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MILAN, tre obiettivi da non fallire nel 2016

Milan
Il Milan ha finito l'anno con una bella vittoria in casa del Frosinone: ora si prospetta un 2016 di fuoco. Ecco i tre obiettivi da non fallire

Daniele Triolo

1 - CONTINUITA'

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1 – Continuità (di progetto e risultati). La stagione del Milan, finora, si è caratterizzata per il rendimento altalenante in campo, per le tante, troppe varianti tattiche proposte da Mihajlovic, e per i risultati non propriamente soddisfacenti né per la società né, tanto meno, per la tifoseria rossonera. Il calendario, all'inizio, non è stato generoso per il Milan, che ha dovuto affrontare squadre del calibro di Fiorentina, Inter e Napoli, le prime tre della graduatoria in Serie A, nelle prime 7 giornate. Fino alla fine di ottobre, poi, Riccardo Montolivo e compagni hanno palesato evidenti difficoltà in chiave difensiva, con ben 15 reti incassate in 9 giornate e movimenti, non brillando certamente sotto il punto di vista di una manovra ben articolata. Mihajlovic ha provato a cercare soluzioni a tutte le problematiche presentatesi sulla sua strada: ha accantonato il modulo con il trequartista, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3, nel tentativo di attaccare con più efficacia e coprire meglio gli spazi, per poi finire ad utilizzare il 4-4-2, assetto tattico che, da sempre, appartiene al D.N.A. rossonero. In parte, il Milan si è ripreso, ha cominciato a subire meno tiri, e meno gol (soltanto 6 nelle successive 8 partite disputate), ed ha offerto, seppur a sprazzi, un gioco accettabile. L'impegno dei calciatori ed il lavoro del tecnico è fuori discussione ma, per il 2016, ci si aspetta (magari anche grazie ad un consistente aiuto dal mercato), maggiore continuità. Per rimanere agganciati alle primissime, sarà indispensabile non avere pause.

2- CHAMPIONS

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2 – Champions League (o comunque Europa). Due stagioni senza coppe europee, per un club tra i più titolati al mondo, e dalla forte vena internazionale, sono decisamente troppe. Sotto la gestione tecnica di Clarence Seedorf prima, e di Filippo Inzaghi poi, il Milan è stato costretto ad accontentarsi di stagioni anonime, culminate con una cocente bocciatura sotto il profilo europeo. Seedorf sfiorò la qualificazione in Europa League per una manciata di punti, Inzaghi ha fatto peggio, portando la squadra al decimo posto. A Mihajlovic, la società aveva chiesto, ad inizio anno, il terzo posto come obiettivo minimo: la missione Champions League del tecnico serbo, a questo punto della stagione, assume i connotati di un'impresa possibile, certo, ma realmente molto ardua. Inter, Fiorentina, Napoli e, di recente, anche la Juventus, non accennano alcun rallentamento e, obiettivamente, appare difficile che possano cedere il passo, nel girone di ritorno, due squadre su quattro per favorire il reinserimento in chiave Champions dei rossoneri. Più plausibile, al contrario, una qualificazione del Milan in Europa League, competizione sempre snobbata ma che, mai come quest'anno, sarebbe vista in Via Aldo Rossi come ancora di salvezza di un campionato nato sotto un'altra stella. Magari, se la qualificazione in Europa League arrivasse attraverso, come detto prima, la vittoria della Coppa Italia, tanto meglio. Ciò che conta è che il Milan, a giugno 2016, dovrà poter festeggiare il ritorno in Europa.

3-SOCIETA'

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1 – Ristrutturazione della società. In assoluto, si tratta del passo più importante, ma anche più difficile, che il Milan dovrà necessariamente compiere nel nuovo anno. Innanzitutto, bisognerà capire se, come e quando andrà in porto la cessione del 48% delle quote societarie alla cordata di imprenditori orientali che fanno riferimento all'imprenditore thailandese Bee Taechaubol. Un accordo che, sulla carta, esiste dalla scorsa estate, con tanto di preliminare di acquisto siglato, ad agosto, in Sardegna da Silvio Berlusconi e dallo stesso Bee. La conclusione di questa maxi operazione finanziaria, che la famiglia Berlusconi ha deciso di avallare soprattutto perché consentirebbe al Milan di espandere il proprio brand nei mercati orientali e perché rivitalizzerebbe le casse del club con un'iniezione da 480 milioni di euro, ancora non avviene: slittata di mesi in mesi (si dice per le difficoltà di Bee Taechaubol nel reperire tale somma), dovrà, giocoforza, concretizzarsi nell'anno nuovo. Anche perché staff dirigenziale, tecnico, giocatori e tifosi meritano un po' di chiarezza. Già il fatto che il closing non sia avvenuto entro dicembre 2015 impedirà, di fatto, di poter disporre dei capitali orientali per rinforzare la squadra sul mercato. Ma l'affare Berlusconi-Taechaubol non è il solo grande cambiamento che ci si attende in casa Milan. Andrebbe, difatti, affrontata una volta per tutte la questione relativa alla presenza del doppio amministratore delegato in casa rossonera: tra Adriano Galliani, in forte ascesa, e Barbara Berlusconi, le cui quotazioni al contrario sono in forte picchiata, la convivenza non sembra proprio possibile. I tifosi spingerebbero per un prepensionamento di Galliani, sovente accusato di non aver saputo spendere bene, sul mercato estivo, i 90 milioni messi a disposizione di Fininvest ma se Berlusconi padre ha, spesso e volentieri, fustigato le ambizioni di crescita della figlia (vedasi, ad esempio, il dietrofront sul progetto di stadio del Milan al Portello), qualcosa vorrà pur dire. Il 2016 dovrà dire, una volta per tutte, quale strada vorrà intraprendere l'A.C. Milan anche nelle più alte sfere societarie: si resterà legati all'usato garantito, o forse si sceglierà di spingere la società verso il futuro? Di nuovo che avanza (Paolo Maldini?) ce ne sarebbe anche in abbondanza.

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