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MILAN, un primo bilancio dell’era Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic Milan
Dopo 5 mesi e mezzo alla guida del Milan, Mihajlovic inizia a raccogliere i primi frutti: sesto posto e quarti di Coppa, sperando di poter migliorare ancora

Renato Boschetti

"Sembra solo ieri che la domenica ci si chiudeva in casa con la radio, vedevamo le partite contro il muro non allo stadio": come nella celebre canzone di Lucio Dalla, il tempo sembra essere volato... Sembra ancora così vicino, quell'afoso 3 luglio scorso in cui : 5 mesi e mezzo, invece, sono passati velocemente in un battito di ciglia, portandosi con sé 17 giornate di campionato e 2 di Coppa Italia. Sono stati 5 mesi e mezzo non certo facili anche per uno come lui, che ha la fama di essere un sergente di ferro e che è stato chiamato per riportare quel rigore e quella disciplina in campo e fuori che a Milanello mancava da qualche anno.

Non è stato facile, dicevamo, ma questa full immersion rossonera ha senza dubbio visto Sinisa Mihajlovic vero protagonista dell'ultimo semestre calcistico: partire da un decimo posto, con una squadra col morale sotto i tacchi, e portarlo immediatamente in cima alle classifiche sarebbe stato più un compito da "santone" in vena di miracoli, ma nonostante tutto Sinisa sta lentamente plasmando il suo Milan ridonandogli carattere e convinzione in sé stesso.

Non sono stati, certamente, sei mesi di rose e fiori: come ogni amore che si rispetti, ci sono i momenti positivi e altri decisamente neri. L'importante, però, è saper affrontare di petto la situazione e non abbattersi mai: i primi sei mesi di Sinisa Mihajlovic rappresentano per il Milan uno spartiacque netto tra il Milan ingrigito degli ultimi anni e un nuovo Milan che, a fatica, cerca di crescere ed arrampicarsi in classifica come l'elegante edera sulle siepi.

Come ogni creatura, la nascita e la crescita di un nuova vita sono momenti difficili e fragili: tanti gli equilibri da creare, molti sono stati i giocatori nuovi da inserire in un contesto sicuramente caratterizzato da scarsa fiducia e autostima. Come ogni leader che si rispetti, Mihajlovic è stato bravo ad utilizzare il giusto mix tra carota e bastone con i suoi ragazzi, cercando di punzecchiarli nell'orgoglio quando le prestazioni iniziavano ad essere insoddisfacenti e i risultati tardavano ad arrivare. Il nuovo Milan ha gattonato più o meno fino alla partita interna contro il Napoli, quando le alternative sembravano essere solo due: imparare a correre veloce o franare a terra nella polvere. I quattro schiaffi firmati dalla banda di Maurizio Sarri sotto gli occhi attoniti di San Siro hanno fatto male al piccolo Milan che però, al contrario degli ultimi anni, ha imparato la lezione e si è applicato a migliorarsi giorno per giorno: il merito, non si può negare, è da attribuire soprattutto al suo condottiero, quel duro Sinisa che ha saputo rimettersi in gioco mettendosi di impegno a trovare la giusta quadratura per far tornare a splendere il Milan.

Il bravo sergente, però, ha saputo ritrovare la sua calma e aggiustare nuovamente tutto, trovando due importanti vittorie di fine dicembre sia in Coppa Italia che in campionato: ora, il giorno di Natale, l'augurio è che Sinisa e il suo Milan possano trovare quella continuità e fame di vittorie di cui un club blasonato e storico come il Milan ha bisogno per il passo successivo, il ritornare grandi.

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