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MILAN-VERONA: CENTROCAMPO A 2 O A 3? INZAGHI NON HA ANCORA SCELTO

Arianna Alborghetti

Piena emergenza. È questo il cartello luminoso che lampeggia all’ingresso di Milanello. Registrati i sicuri forfait di De Jong e Montolivo per la partita contro il Verona ad Inzaghi non resta che creare una linea di centrocampo...

Piena emergenza. È questo il cartello luminoso che lampeggia all'ingresso di Milanello. Registrati i sicuri forfait di De Jong e Montolivo per la partita contro il Verona ad Inzaghi non resta che creare una linea di centrocampo quasi inedita. Nel caso in cui volesse continuare con il 4-3-2-1 a contendersi una maglia da titolare sarebbero i ghanesi Essien e Muntari insieme all'olandese Marco van Ginkel, con Poli e Bonaventura ad agire da mezzali e due tra Honda, Cerci e Menez in supporto a Destro.

Un' alternativa potrebbe essere l'utilizzo del tuttocampista Bonaventura sulla trequarti per far spazio ad un trio di centrocampo più difensivo, composto da Poli, Muntari ed Essien, schierati a protezione di una difesa che in questo periodo è parsa tutt'altro che imperforabile.

Non sembra invece rientrare nei piani di Inzaghi una mediana a due, utilizzabile sia nel 4-2-3-1 sia nel più classico 4-4-2 che prevederebbe, in ogni caso, l'utilizzo di Poli al centro e del duo Cerci-Bonaventura sulle fasce: questa opzione darebbe velocità, tecnica e versatilità alla manovra dato che entrambi possono altresì agire nella linea a tre dietro la prima punta.

Anche in questa situazione di emergenza le alternative ai titolari non sembrano mancare: dai muscolari Essien e Muntari al "ragionier" van Ginkel fino al leader della Primavera Alessandro Mastalli. L'unico elemento imprescindibile ad oggi sembra essere Giacomo Bonaventura: il 25enne ex Atalanta è una delle pochissime note liete della stagione rossonera, il solo in grado di abbinare corsa e qualità superiori alla media. A ogni modo il problema sembra riguardare più l'aspetto atletico che quello tecnico-tattico. Questo è il motivo per il quale sul banco degli imputati è finito anche lo staff di preparatori di mister Inzaghi: la squadra sembra soffrire qualunque avversario sul piano della freschezza e dell'intensità di gioco. E quando la qualità degli interpreti non è eccelsa ben sappiamo che l'aspetto atletico può svolgere un ruolo importante.

Abbiamo ancora negli occhi la prima Juventus di Conte che non annoverava tra le sue fila Tevez e Pogba ma era in grado di aggredire l'avversario per tutta la durata delle partite, senza tregua. La stagione sembra ormai compromessa ma è nelle difficoltà che si forgia il nucleo di una squadra vincente e tutti i tifosi milanisti sperano che dalle ceneri di queste due stagioni fallimentari nasca il Milan del futuro.

Federico Lena