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Paradosso DE SCIGLIO: meglio lontano da ‘San Siro’

Daniele Triolo

Mattia De Sciglio è sempre un enigma in casa rossonera: il giovane laterale si esprime meglio lontano da Milano. Questione caratteriale?

Ieri sera, al 'Ferraris' di Genova, il Milan di Sinisa Mihajlovic ha vinto per 2-0, grazie ad i gol messi a segno da M'baye Niang e Carlos Bacca, e, in virtù di questo successo, si è guadagnato l'accesso ai quarti di finale di Coppa Italia. I rossoneri hanno giocato un primo tempo sotto ritmo, ed hanno poi inserito il turbo nella ripresa, realizzando i gol della vittoria e dando dimostrazione di forza dinanzi l'inerme formazione blucerchiata allenata da Vincenzo Montella.

Tra le fila del Milan, hanno disputato tutti, più o meno, una buona gara. Tra coloro che hanno convinto maggiormente c'è stato anche Mattia De Sciglio. Il giovane terzino rossonero, ieri sera schierato sulla fascia sinistra in luogo di Luca Antonelli, ancora alle prese con qualche acciacco fisico, ha fornito una prestazione di livello, sempre attento in fase difensiva (dove il Milan, contro la Samp, ha rischiato davvero pochissimo), e molto propositivo quando si trattava di dover assicurare supporto, in fase di sovrapposizione sull'esterno, a 'Jack' Bonaventura.

De Sciglio ha macinato chilometri sulla sua fascia di competenza, risultando una spina nel fianco nella retroguardia doriana ma, al contempo, ha anche limitato al minimo i pericoli ogni qualvolta la Samp ha provato ad arrecare disturbo alla squadra di Mihajlovic laddove si è disimpegnato il 23enne difensore meneghino. Particolare da sottolineare: non è la prima volta che De Sciglio offre il meglio di sé quando può giocare titolare lontano dallo stadio di 'San Siro'. Come si ricorderà, per esempio, in una delle più belle partite del Milan in questa stagione, quella dell'Olimpico contro la Lazio, vinta per 3-1, De Sciglio era stato artefice, quella volta giocando sulla destra, di una prestazione altrettanto positiva.

De Sciglio, ragazzo umile e con la testa sulle spalle, con tutta probabilità soffre troppo l'impatto con l'atmosfera dello stadio di casa. Probabilmente per una questione caratteriale, il buon Mattia va in difficoltà non appena sente sulle proprie spalle l'enorme pressione dei tifosi che da lui si aspettano costantemente ottime cose. Pesa, sull'ancora forse emotivamente troppo fragile De Sciglio, l'etichetta di 'nuovo Maldini' affibbiatagli ormai quattro anni orsono, all'epoca del suo esordio in prima squadra. La maglia del suo Milan, squadra per la quale ha tifato sin da bambino, evidentemente riveste un'importanza tale nella testa di De Sciglio che il ragazzo è maggiormente portato a sbagliare anche le cose più elementari dinanzi il proprio pubblico.

Ciò non succedeva nelle sue prime apparizioni con il Milan di Massimiliano Allegri, e ciò non succede, incredibilmente, quando De Sciglio indossa la maglia della Nazionale di Antonio Conte. Nelle fila dell'Italia, infatti, De Sciglio risulta essere quasi sempre uno dei migliori in campo, ed è proprio in virtù delle sue prestazioni e della sua elevata affidabilità che il Commissario Tecnico Antonio Conte lo convoca sempre, e sovente gli affida una maglia da titolare nello starting eleven azzurro.

Può un giovane calciatore giocare con disinvoltura quanto rappresenta milioni di italiani, ed andare incontro a palesi, oggettive difficoltà quando, invece, si disimpegna in quello che dovrebbe essere il suo stadio, il suo fortino, la sua casa? Evidentemente, per De Sciglio, questo assioma è valido: spetta al Milan, ed all'allenatore Sinisa Mihajlovic, tutelarlo e proteggerlo ancora di più, sperando che il ragazzo si scrolli di dosso ansie, paure e preoccupazioni. De Sciglio, naturalmente, potrebbe essere aiutato anche dai tifosi, i quali, magari, dovrebbero essere pronti a perdonargli eventuali errori. In fin dei conti, è ancora un ragazzo, e rappresenta un patrimonio per il Milan e per il calcio italiano. Perderlo rappresenterebbe un errore madornale.