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PAROLA AL TIFOSO – MILAN, IL PASSATO E IL PRESENTE: SCELTE SBAGLIATE E MALUMORI COMPRENSIBILI

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Per la rubrica, ampiamente dedicata ai supporter rossoneri, “Parola al tifoso” (che torna ogni settimana, dal lunedì al venerdì), oggi pubblichiamo la lettera di Luigi Mele, appartenente al gruppo facebook ‘Amanti...

Lorenzo Romagna

Per la rubrica, ampiamente dedicata ai supporter rossoneri, “Parola al tifoso” (che torna ogni settimana, dal lunedì al venerdì), oggi pubblichiamo la lettera di Luigi Mele, appartenente al gruppo facebook 'Amanti del Milan':

Il Milan ha perso la credibilità dei tifosi, che ormai si sentono presi in giro dalla società per mancanza di coerenza e chiarezza. Il bilancio rossonero non si può dir che è positivo, ma certamente non si possono fare acquisti non consoni a quello che è il secondo club con più Champions League vinte.

La società rossonera, qualche anno fa, dichiarò che il Milan aspirava a un buon progetto. Uno di quelli che, se si fosse mantenuta la coerenza, avrebbe potuto fruttare ottimi risultati: il “famoso progetto giovani”. Partiamo dal presupposto che non è mai stato messo in atto, o per mancanza di fondi o per altro; gli acquisti non sono stati coerenti a quello che era un progetto, che avrebbe potuto portare di nuovo il Milan all’apice, e da allora iniziarano seri problemi. Da quel momento, il Milan perse credibilità e la credibilità, per un club blasonato come quello del patron Silvio Berlusconi, è un criterio fondamentale.

Negli ultimi anni, dopo la vendita dei grandi, Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva, approdati entrambi alla corte del potentissimo presidente del PSG, Nasser Al-Khelaifi, e dopo la vittoria dello scudetto, il Milan inizia a perdere colpi, colpi grossi! Massimiliano Allegri, nella stagione successiva, non riesce più a trasmettere il suo gioco ai rossoneri e, dopo la brutta sconfitta contro il Sassuolo al Mapei Stadium per 4-3, nella stagione 2013/2014 la società rossonera decide di esonerarlo per i pochi punti fatti in quel girone d’andata (22 in 19 partite), ed era ciò che anche i tifosi rossoneri volevano, in realtà.

Con quella brutta sconfitta, il Diavolo terminò il girone d’andata in maniera catastrofica e l’ambiente rossonero necessitava di un nuovo allenatore, un tecnico in grado di dare un’identità alla squadra e che avrebbe potuto portare il Milan, almeno per quella stagione, in Europa League; cosi Berlusconi e Galliani decisero di dare una svolta alla guida tecnica con il nome di Clarence Seedorf. Il 16 gennaio del 2014, l’olandese divenne il nuovo allenatore del Milan, con un girone di ritorno a disposizione per essere confermato anche nelle prossime stagioni; Seedorf, grazie al suo carisma e alla sua tenacia, riuscì a dare un’identità alla squadra (cosa che non aveva fatto Allegri dopo la vittoria dello scudetto), e soprattutto riuscì a trasmettere un gioco, minimo, alla squadra e ai suoi ragazzi. Con il suo 4-2-3-1 è riucito addirittura a fare cinque vittorie di fila in campionato nel girone di ritorno (cosa che non aveva mai fatto Allegri nel girone d’andata di quella stagione), conquistando anche la fiducia dei tifosi. Il Milan, nel suo percorso nell’Europa che conta, con l’ex centrocampista, si fermò agli ottavi di finale, eliminato dal grande Atletico Madrid di Simeone. Nonostante Seedorf guadagnò 35 punti in 19 partite (13 in più rispetto ai punti guadagnati da Allegri nel girone d’andata), venne esonerato per far spazio a una leggenda rossonera: Filippo Inzaghi.

Ma ci siamo mai chiesti perché Seedorf è stato realmente esonerato, nonostante abbia guadagnato ben 13 punti in più rispetto al girone d’andata? Per non aver centrato l’obbiettivo dell’Europa League, che era quasi impossibile con Allegri, ma che stava diventando possibile con Seedorf (nonostante avesse una squadra costruita non da lui)? Ebbene, i motivi sarebbero ben altri. Si vocifera che Seedorf avesse espressamente e, giustamente, chiesto alla società delle cessioni imminenti e degli acquisti per il suo nuovo Milan; la società rossonera era contraria a ciò perché riteneva che alcuni giocatori non andavano ceduti e i criteri per il calciomercato non corrispondevano agli stessi dettati dal mister. Da allora inizia una vera e propria battaglia tra la società rossonera e il tecnico, tanto che lo stesso venne CACCIATO per far spazio, come dicevamo prima, a mister Inzaghi.

Cosi, il 9 giugno 2014, il Milan ha un nuovo nome (l’ennesimo) per la guida tecnica. Inzaghi, a differenza di Seedorf, non esprime la sua opinione sui criteri da applicare al mercato, ma si tiene ciò che la società gli da. Il nuovo Milan di Pippo parte bene la stagione con la prima giornata e la prima vittoria in campionato a San Siro per 3-1 ai danni della Lazio. Lo stesso tecnico si pone l’obbiettivo di riportare i tifosi allo stadio, di dare entusiasmo a questo Milan e ci riesce in parte. Dopo le due vittorie consecutive (le prime due) in campionato, il Milan cade alla terza partita contro la Juventus a San Siro, e da lì si inizia a perdere entusiasmo, anche perché non si riesce nemmeno a vincere contro squadre di livello minore come Cesena, Empoli, Sassuolo, Atalanta, Genoa e tante altre.

Il Milan attuale, dispiace dirlo, ma gioca un calcio provinciale con difesa e contropiede, non adatto a un club come il nostro, che ha aspirato, anche con i grandi allenatori, al calcio totale e al calcio-spettacolo.

Questo Milan ha terminato il girone d’andata con 26 punti guadagnati in 19 partite, nove in meno rispetto ai punti guadagnati da Seedorf nel girone di ritorno nell’annata precedente.

Ricapitolando:

Allegri fece 22 punti in 19 partite e venne cacciato;

Seedorf fece 35 punti in 19 partite e venne cacciato;

Inzaghi ha fatto 26 punti in 19 partite e...

Luigi Mele

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