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PM – Paratici – Milan, matrimonio che non s’ha da fare

Fabio Paratici Juventus
Paratici è stato nel mirino del Milan, che avrebbe voluto affidargli il ruolo di Galliani. Adesso, però, non ci sono più chance che arrivi in rossonero

Daniele Triolo

Sul finire del mese di novembre del 2013, nei giorni immediatamente precedenti un importantissimo Milan – Ajax di Champions League, Adriano Galliani, duramente contestato dalla proprietà, ed in aperto contrasto con la giovane rampolla di casa Berlusconi, Barbara, aveva annunciato le proprie dimissioni, adducendo, nelle motivazioni, l'averne conseguito dei 'gravi danni per la reputazione'.

Fu proprio in quel periodo che Barbara Berlusconi, rapidamente ascesa sino ai vertici societari, al punto tale da prendersi il ruolo di amministratore delegato fino a quel momento appannaggio assoluto di Galliani, contattò per la prima volta Fabio Paratici, coordinatore dell'area tecnica e direttore sportivo della Juventus. Paratici, 43enne dirigente rampante, aveva fatto, in coppia con Giuseppe Marotta, le fortune della Sampdoria, che, durante il loro lavoro a Genova, era riuscita ad arrivare sino ai preliminari di Champions League. Quindi, passato alla Juventus nel 2010 proprio insieme a Marotta, è stato l'artefice della ricostruzione bianconera, di una squadra che, finita in Serie B appena 4 anni prima, è stata capace di tornare a vincere in breve tempo.

Il nome di Paratici è sempre stato seguito con molta attenzione dalla famiglia Berlusconi, in particolare da Barbara, convinta di come il giovane ex calciatore, tra le altre, di Piacenza, Sassuolo e Palermo avesse potuto sostituire più che degnamente l' “odiato” Galliani. Il quale, però, dopo aver ritirato le proprie dimissioni dopo quello 0-0 in Milan – Ajax, che permise ai rossoneri di passare al turno successivo in Champions League, è ritornato prepotentemente in auge in casa Milan: alla fine, infatti, l'amicizia di lunga data con il Cavaliere Silvio Berlusconi, ha pesato, e non poco, sulla storia recente della società rossonera. Galliani è riuscito nell'intento di riprendersi il ruolo di amministratore delegato, seppur 'solamente' per l'area sportiva, facendo delegare Barbara al settore commerciale; è tornato ad occuparsi in prima persona di calciomercato, ed a far sentire, magari in maniera involontaria, a far sentire forte la propria voce in società, giacché l'unico progetto ideato, concepito e sviluppato da Barbara Berlusconi, quello dello stadio di proprietà del Milan, è miseramente naufragato a bando vinto. Per via di un dietrofront di suo padre, paradosso enorme.

Per accontentare, poi, chiunque vedesse di buon occhio la presenza di un vero direttore sportivo all'interno del Milan, Galliani si è affidato a Rocco Maiorino, al quale è stato demandato il compito di seguire il settore giovanile e le trattative di minore importanza. In sostanza, un ds 'ombra', che non sia di troppo intralcio al lavoro di Galliani con procuratori, Presidenti o agenti di primo livello. Naturale conseguenza, il Milan, con Galliani tornato saldamente al comando dell'area sportiva rossonera, non necessita più di un direttore sportivo come Paratici, il quale, anche oggi, ed ancora verosimilmente molto a lungo, guarderà Juventus – Milan, dalle tribune vip dello 'Stadium', con occhi bianconeri.