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RASSEGNA CALCIO – Diritti tv e bilanci del club, pressing del PM su Infront

Daniele Triolo

Prosegue l'indagine della Procura di Milano sui diritti tv e punta in alto: dal ruolo dell'advisor della Lega Calcio agli aiuti sospetti alle società

L'arresto del fiscalista Andrea Baroni, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, può portare ad un effetto domino devastante sul calcio come all'epoca dell'arresto di Mario Chiesa all'alba di Tangentopoli? Se lo è chiesto, questa mattina, Francesco Ceniti, che, sulle colonne de 'La Gazzetta dello Sport', ha approfondito il tema dell'indagine che la Procura di Milano sta portando avanti in merito la vendita dei diritti televisivi delle gare del triennio 2015-2018 per le squadre di Serie A e di Serie B. Un'inchiesta che parte dalla Svizzera, per arrivare a Milano, e che ha portato alle perquisizioni, nella giornata dello scorso venerdì, negli uffici della Lega Serie A, ed in quelle nelle sedi di Genoa e Bari, di Mediaset, di Infront Italy (advisor della Lega Serie A per la trattativa) ed a quelle in casa di alcuni indagati, quali i dirigenti Mediaset Giorgio Giovetti e Marco Giordani; Marco Bogarelli, Andrea Locatelli e Giuseppe Ciocchetti (Presidente e consiglieri d'amministrazione di Infront Italy) e Riccardo Silva, Presidente di MP&Silva, che commercializza i diritti tv esteri della Serie A.

Il primo filone di inchiesta, scrive 'La Gazzetta dello Sport', va dritto al cuore della Serie A, in quanto i reati di turbativa d'asta e turbata libertà degli incanti riferiti ai diritti tv di cui sopra permette alla maggioranza dei club di restare in vita. Un giro di soldi da 943 milioni di euro complessivi, “benzina – si legge – per pagare gli stipendi, acquistare giocatori”. Secondo i magistrati, Infront avrebbe 'pilotato' il bando in favore di Mediaset, condizionando modalità e tempistiche. Il tutto mentre l'autorità garante della concorrenza sul mercato ha aperto un'istruttoria per stabilire se, in realtà, non ci sia stato un accordo sotto banco tra i due colossi del mercato (l'altro è Sky) per spartirsi gare e fette di mercato. La Procura sta indagando anche su un altro possibile reato, quello di ostacolo agli organi di vigilanza; nel mirino alcuni bilanci di società, forse 'taroccati' per evitare il no della Covisoc. Nel mirino Genoa e Bari per possibili finanziamenti occulti, forse fatti proprio da Infront. Al Presidente del Genoa Preziosi, per esempio, sarebbero stati prestati, scrive la 'rosea', 15 milioni di euro in tre anni da una società svizzera. Preziosi si dice “tranquillissimo” sulla provenienza del denaro, ma la magistratura se indagando se vi siano possibili legami con Bogarelli, Silva e le società da loro presiedute.

Per il Bari, questione più semplice: Infront ha pagato 460mila euro alla società pugliese per la sponsorizzazione sulla seconda maglia. Il tutto mentre Baroni, ieri, non ha risposto alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari: il suo arresto, a prima vista, non c'entrerebbe nulla con il calcio, ma la Procura si dice convinta che tra i clienti del fiscalista, oltre a Bee Taechaubol, che sta trattando con la consulenza l'acquisto del 48% del Milan, ci siano anche Bogarelli e Silva. Insomma, un'inchiesta che, qualora corroborasse le tesi dell'accusa, scuoterebbe nuovamente le fondamenta del calcio italiano.