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Come scrive oggi La Gazzetta dello Sport, la prestazione di Alessio Cerci contro il Sassuolo è davvero importante. Attenzione, qualche bella giocata e finalmente un po' di personalità non bastano per parlare di affermazione definitiva. Ma l'avventura travagliata di Cerci al Milan, e più in generale la sua carriera altalenante, fanno capire come per questo attaccante sia il momento giusto per dimostrare cosa è in grado di fare.
Cerci ha sempre faticato a trovare continuità, e solo grazie alla fiducia e al lavoro di Ventura è riuscito a fare la differenza per tutta la stagione. Come scrive la "Rosea", quando arrivò lo scorso gennaio al Milan sembrava potesse risolvere tutti i problemi del Milan di Inzaghi. Invece, ed era evidente a tutti, i problemi di quella squadra era ben altri, e Cerci si trovò quasi subito relegato in panchina. Infatti Pippo gli preferiva Honda sulla destra.
Poi è arrivato Mihajlovic, ma storia non è cambiata. Anzi, col passaggio al 4-3-1-2 Cerci ha trovato ancora meno spazio, finendo in fondo alle gerarchie dell'allenatore.
Tutta cambia quando Mihajlovic decide di passare al 4-3-3. La dichiarazione del serbo "Cerci è uno dei pochi che salta l'uomo" preannuncia l'operazione di rilancio del giocatore. Cerci in effetti gioca titolare contro il Torino in campionato e nel Trofeo Berlusconi. In entrambe le occasioni delude. Poi la scelta decisiva di Mihajlovic: dargli ancora fiducia contro il Sassuolo. Nel match di domenica Cerci ha ripagato la fiducia, offrendo l'assist per il rigore di Bacca e saltando diverse volte il diretto avversario Peluso. Dopo i fischi iniziali, uscirà tra gli applausi di San Siro.
Domani contro il Chievo giocherà ancora lui. La gara col Sassuolo deve essere l'inizio di una nuova storia per Cerci. Le possibilità che avrà ancora in carriera non sono infinite, e vanno sfruttate. Ma Cerci questo lo sa bene, come sa bene che basta poco per riconquistare i tifosi rossoneri. Ora o mai più.
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