Alberto Cerruti, editorialista de 'La Gazzetta dello Sport', in un suo articolo in edicola stamattina, ha sintetizzato, lettera per lettera dell'alfabeto, tutti i problemi che stanno affliggendo il Milan in questo avvio di campionato:
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RASSEGNA MILAN – Ecco l’alfabeto dei problemi del Diavolo
A come Arcore, dove Berlusconi, in attesa dei soldi di Bee Taechaubol, ha deciso tutto, dai rinnovi a De Jong e Mexés, al ritorno di Boateng a Milanello;
B come Balotelli, ex “mela marcia” che ha promesso una nuova maturità, e che si è fermato sul più bello per un infortunio;
C come Cerci, la punta strappata all'Inter che doveva servire ad Inzaghi, e sempre in panchina con Mihajlović;
D come De Sciglio, l'erede di Tassotti e Maldini, simbolo delle promesse non mantenute dalla squadra;
E come Ely, 21enne difensore brasiliano sul quale (per ora) ha puntato invano Mihajlović;
F come Fiorentina, la prima squadra ad aver battuto il Milan in campionato, facendo svanire l'ottimismo estivo;
G come Galliani, che dà sempre il massimo ma in cambio sta ricevendo il minimo, dalla 'Curva' e dai suoi acquisti;
H come Honda, deludente prima in campo, e poi fuori, per le sue accuse al club, in giapponese, che potrebbero costargli la cessione;
I come Inzaghi, uno dei due ex tecnici pagati dal Milan (l'altro è Seedorf) che indirettamente raffredda l'eventuale ipotesi di sostituzione di Mihajlović;
K come Kucka, ultimo arrivato sul pianeta Milan, un'aggiunta di quantità più che di qualità;
L come Luiz Adriano, la “spalla” di Bacca che si muove tanto ma segna poco: solo un gol contro l'Empoli;
M come Mihajlović, l'allenatore più presente ad Arcore, il duro che non è ancora riuscito ad indurire la squadra;
N come Napoli, l'ultima spina per i rossoneri, contro i quali non avevano mai stravinto con quattro reti di scarto;
O come ogni partita giocata in cui il Milan ha preso gol, anche quando ha vinto: 13 in 7 giornate, soltanto il Carpi (16) ne ha incassati di più;
P come pareggi, sconosciuti per il Milan che vince (3) o perde (4). Un pareggio in più, per esempio nel derby, avrebbe limitato i danni;
Q come quattro-quattro-due, o quattro-tre-tre, i moduli alternativi per rendere più compatta la squadra. Anche se la differenza la fanno i giocatori e non i moduli;
R come Romagnoli (nella foto, n.d.r.), il difensore fortemente voluto da Mihajlović. Una delle più grosse delusioni, ma non è tutta colpa sua, visto che al suo fianco non ha Baresi;
S come stadio di proprietà, del quale non si parla più. Il progetto di Barbara Berlusconi accantonato, come il sogno Scudetto;
T come tridente, ma non del giudizio, perché schierare insieme Luiz Adriano, Bacca e Balotelli sarebbe un ulteriore suicidio tattico;
U come undicesimo, l'attuale piazzamento del Milan, che non può consolarsi né con il primato della colonna di destra della classifica, né con il + 1 sulla Juventus;
V come Ventura, il prossimo sottovalutato maestro di calcio, dopo Sarri, sulla strada dei rossoneri. La trasferta sul campo del Toro è già stata fatale a Terim nel 2001, altro straniero. Ed allora meglio toccare ferro, perché 14 anni dopo, Ancelotti non tornerebbe;
Z come Zapata, il difensore che Mihajlović ha fin qui cercato invano di rilanciare, con o senza Romagnoli al fianco. Punto debole più che punto di forza.
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