archivio2015

RASSEGNA MILAN – La partita ai raggi X: a destra si crea, a sinistra si conclude

Daniele Triolo

Le nuove vie del Milan: contro la Samp, 11 cross dalla coppia Abate-Cerci, mentre a Bonaventura spetta il compito di concludere la manovra

'La Gazzetta dello Sport' stamattina in edicola ha analizzato 'ai raggi X' la prestazione del Milan contro la Sampdoria, anche e soprattutto alla luce del cambio di modulo: non più 4-3-3, bensì 4-4-2. “Il Milan non galleggia, nuota – ha sottolineato la rosea -; il pallone viaggia rapidamente da un lato all'altro, i giocatori si muovono, pedalano, si sovrappongono. Di sicuro, la scelta di Mihajlovic garantisce una maggiore vicinanza tra i reparti, dunque una maggiore collaborazione tra gli interpreti dello spartito. Vengono privilegiate le fasce laterali, dove le manovre si sviluppano e fioriscono come a primavera”. Il tutto, facilitato dalla scarsa resistenza opposta dalla Sampdoria vista ieri sera a 'San Siro'.

Niang l'apriscatole rossonero, certo, ma la 'Gazzetta' ha voluto sottolineare, ed enfatizzare, l'ottimo rendimento prodotto dalle corsie esterne del Milan: a destra, dalla coppia Abate-Cerci, ed a sinistra, da quella formata da Antonelli e Bonaventura. “A destra si crea, a sinistra si conclude”, perché, per esempio, le prime due reti rossonere sono frutto di iniziative nate sul versante destro e poi rifinite su quello opposto. Il Milan ha saputo ben applicare i principi base del 4-4-2, recuperando pallone per ben 72 volte: 10 i recuperi di Montolivo, ben 9 quelli di Cerci!

Capitolo cross: il Milan ieri sera ha crossato, da destra, ben 11 volte (3 Abate e 8 Cerci), mentre, da sinistra, Bonaventura si è impegnato maggiormente nella conclusione delle azioni. La rosea ha sottolineato come i movimenti tra lo stesso Jack, Niang e Bacca siano stati molto coordinati, nell'ambito di un 4-4-2 che ha garantito ai rossoneri una manovra ampia ed avvolgente, che ha tenuto in costante apprensione la retroguardia ospite. “Mihajlovic, forse, raddoppiando gli esterni, ha trovato la vera identità della sua squadra”, la chiosa del pezzo a firma di Andrea Schianchi.