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Il primo tempo del Milan, concluso col vantaggio di 3 a 0, non solo sembrava aver definitivamente chiuso la partita, ma lasciava presagire una goleada. Infatti nei primi 45' i Rossoneri hanno messo in mostra gran parte del loro repertorio: la precisione di Balotelli, il lancio illuminate di Montolivo, l'inserimento perfetto di Bonaventura, l'incornata di C. Zapata.
Poi è iniziato il secondo tempo ed il solito giro di cambi. Solo uno nella pausa per l'Udinese, il centravanti D. Zapata (cugino di Cristian) al posto del difensore Piris, ed ecco che cambia tutto. I difensori del Milan partono già in apprensione, intimoriti dall'attaccante in più messo in campo da Colantuono. Secondo alcuni è proprio questo cambio a portare il Milan vicinissimo ad una seconda Instanbul. Secondo altri, invece, il crollo dei Rossoneri è stato determinato dal cambio che in teoria doveva limitare l'ingresso di D. Zapata. Infatti Mihajlovic ha tolto Calabria, fino a quel momento uno dei migliori, e inserito Alex, dirottando C. Zapata sulla fascia.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, sono girate diverse motivazioni per questo cambio: su tutte un problema fisico e l'ammonizione presa nel primo tempo da Calabria. Ma quale che sia la spiegazione, quel cambio ha tolto alla difesa del Milan tutto la sua integrità. Non è un caso che i due gol dell'Udinese siano arrivati proprio da azioni sul lato destro della difesa milanista, quello di competenza di C. Zapata e Alex. Eppure fino a quel momento, oltre al gol, il colombiano aveva disputato un ottimo match in coppia con Romagnoli. Ma lui, semplicemente, non è un terzino, così come Alex è fuori condizione.
A questo errore di Mihajlovic, bisogna contrapporre l'efficace intuizione del centrocampo con Montolivo regista e De Jong mezz'ala, e la fluidità con cui i due si scambiano i ruoli. Questo significa che non importa chi siano gli interpreti, ma a centrocampo certi concetti iniziano ad essere chiari. In difesa un po' meno.
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