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E' un Philippe Mexes a 360° quello che si racconta oggi sulle pagine del "Corriere dello Sport". Il difensore francese, tra passato presente e futuro ha parlato di Milan, dei compagni di squadra e del rapporto con società a allenatore, questi i passaggi salienti della sua lunga intervista: "Io sono al quinto anno di Milan. Ho vissuto un cambiamento importante. Dal Milan di Nesta, Seedorf, Inzaghi, Ambrosini, Gattuso a quello attuale che non è andato bene, non ha ancora un’anima vincente come quello di prima. Anche se non sono Maldini o Nesta, ho cercato di dare il mio contributo in campo e fuori. Io leader di questo Milan? Forse. Un po’ più leader rispetto agli altri. Ma essere leader non vuole dire essere più forte. Si sono accorti della mia sincerità. Sono sempre stato così, fra alti e bassi".
Il rapporto con Berlusconi: "Onestamente quando il presidente viene a Milanello ci parla come fosse un buon papà. Dice un sacco di cose: sui capelli, sugli orecchini, sui tatuaggi... Non ci siamo mai trovati da soli a parlare, ma penso che di me gli piaccia la mia tenacia, la voglia di non mollare mai"...e quello con Mihajlovic: "Mi sono chiarito da subito con lui prima che firmassi il contratto. C’è stata la possibilità di parlarci, ha avuto la possibilità di potermi conoscere e adesso mi apprezza. Quali erano i suoi dubbi? Sicuramente in allenamento le mie performances non sono le migliori come velocità e resistenza. Ma posso giocare sempre e ovunque, sono affidabile. La mia mentalità gli è piaciuta molto”.
La coppia con Romagnoli: "Per Alessio non è stato semplice gestire il suo posto da titolare, considerati i soldi spesi per lui. Ma su questo non c’entra niente. Consigli? Certo, per migliorare deve stare più tranquillo, anche se non gioco cerco di supportarlo sempre”.
Un'occhio al passato e uno al presente: "Quello attuale è sicuramente il momento migliore della mia carriera: da qualche anno a questa parte ho cambiato un po’ il mio modo di pensare. Mi godo di più la vita, la prendo con più calma e filosofia. Cerco di ragionare di più. Rimpianti? Sì, uno... Forse se non avessi avuto un carattere così... particolare avrei potuto fare meglio. Ma ormai è passato. Comunque mi sento ancora bene e voglio continuare a giocare con questa voglia ed entusiasmo”.
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