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SERIE A – Il punto dopo la 7°giornata: sprofondo rossonero, il podio si allontana

Renato Boschetti

Ci risiamo: se Milan-Napoli doveva essere un esame di maturità per Mihajlovic e la sua banda, il risultato finale è alquanto lontano dal sessanta stiracchiato, anzi… Lenti, brutti, macchinosi e per di più arrendevoli, unica caratteristica...

Ci risiamo: se Milan-Napoli doveva essere un esame di maturità per Mihajlovic e la sua banda, il risultato finale è alquanto lontano dal sessanta stiracchiato, anzi... Lenti, brutti, macchinosi e per di più arrendevoli, unica caratteristica che non è stata presente nelle ultime due sconfitte precedenti, quelle con Inter e Genoa. Di fronte ai partenopei, i rossoneri si sono sciolti come neve al sole, aiutati anche dal solito Cristian Zapata che ama spalancare la porta agli avversari con passaggi avventati e al limite dell'assurdo per un Nazionale come lui.

Al di là della brutta prestazione, il terribile 0-4 di ieri consegna al Milan il ritorno nella zona destra della classifica, a certificare una consolidata mediocrità a cui i tifosi rossoneri sono ormai costretti a fare l'abitudine. La vetta è ormai lontana 9 punti, con la bella e vittoriosa Fiorentina (18) che strapazza al Franchi l'Atalanta (11) con un perentorio 3-0 e doppia i punti in classifica del Milan, doppia quasi i gol realizzati (14 contro 8) e, soprattutto, il numero di vittorie (6 contro 3).

Al secondo posto, invece, c'è l'Inter (16): per la seconda volta consecutiva i nerazzurri vanno in svantaggio in casa della Sampdoria (11), rischiano di prendere un gol clamoroso che Correa si divora in maniera assurda e trovano il pari con caparbietà e grinta. Stavolta è l'ex-Wolfsburg Perisic a rimettere le cose a posto in casa Mancini, che può sorridere per l'ennesima prova di carattere da parte dei suoi uomini.

Chiude il podio una Lazio (15) bella e sfortunata, che nel derby regionale con la neo-promossa Frosinone (4) vince con fatica 2-0, perdendo però altri due pezzi del suo pregiato mosaico: a fare i conti con l'infermeria dopo la battaglia con i ciociari sono Marchetti, Basta e l'occhio nero di Djordjevic, ma alla fine dei conti valgono di più le reti nel finale dell'enfant prodige Keita e del serbo ex-Nantes.

Se la Champions è già una chimera, anche la zona EuropaLeague sembra già molto lontana: la Roma (14), si conferma dopo la vittoria col Carpi e sbanca Palermo (7) 2-4 con una nuova, convincente prestazione. Pjanic è ormai leader acclamato della squadra e trova nuovamente una rete da applausi, poi ci pensano Florenzi e un doppio Gervinho a non far rimpiangere le assenze forzate di Dzeko e Totti. Al sesto posto, invece, scende il Torino (12), caduto nell'anticipo del sabato a Carpi (5): per gli emiliani arriva la prima storica vittoria in Serie A, per i granata una sconfitta che serve a riportare con i piedi per terra un ambiente che sognava la vetta anche se solo per una notte.

Chiude la parte sinistra della classifica lo strano trio Napoli-Chievo-Sassuolo, tutte a quota 12: se, purtroppo, il Napoli passeggia sui resti rossoneri, il Chievo non va oltre il pareggio nel derby del sabato sera contro l'Hellas (4). Il Sassuolo, invece, cede 1-0 in casa dell'Empoli (7): a decidere il match una rete allo scadere di Maccarone.

In questo scenario triste per il Milan, nuovamente undicesimo e lontano dai vecchi fasti, c'è un'inquietante ombra alla spalle, quella della Juventus (8) che trova la seconda vittoria stagionale battendo 3-1 il fanalino di coda Bologna (3): i bianconeri sembrano ancora convalescenti, ma la vittoria contro il Siviglia in Champions ha ringalluzzito di sicuro gli uomini di Allegri che vogliono riprendere a correre e, di questo passo, superare nuovamente il Milan nelle zone poco nobili della Serie A.