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Abate sfata la fascia maledetta: è la sua rivincita

Ignazio Abate, Milan, foto Twitter Ignazio Abate
A inizio stagione era quasi una riserva, ora, Ignazio Abate, da capitano vero, ha preso per mano la squadra

Redazione

La trasferta toscana di sabato sera poteva rappresentare un ostacolo inaspettato sul cammino, sin qui convincente, del Milan, ma gli uomini di Vincenzo Montella hanno risolto la pratica Empoli, nel secondo tempo, affidandosi all'organizzazione di gioco e alla personalità dei singoli, uno su tutti Ignazio Abate, capitano esperto in una squadra di giovanissimi.

Quella del “Castellani” è stata l'ultima di una serie di buone prestazioni, forse la migliore sfornata da inizio campionato, dal terzino campano cresciuto nel vivaio rossonero che, finalmente, sta trovando continuità nel gioco e nelle performance di qualità: a inizio stagione infatti la convivenza con l'esplosione del giovane Davide Calabria l'aveva messo un po' ai margini e l'aveva costretto a mettersi in discussione nel ruolo di titolare fisso. Con l'esclusione per problemi fisici, del giovanissimo terzino, in concomitanza anche con l'infortunio di Riccardo Montolivo, Abate si è ritrovato titolare e addirittura capitano, dovendo così affrontare un ruolo doppiamente di responsabilità.

La sua risposta sul campo non si è fatta attendere e, da quel momento, ha preso in mano la leadership del Milan a suon di prestazioni e carisma, guidando il gruppo dei giovani attraverso partite di sacrificio: difatti è lui l'uomo con più esperienza che conosce bene quel che significa vestire la maglia rossonera e lo dimostra continuamente arringando i compagni durante tutta la partita e richiamandoli a fare gruppo in seguito ai gol.

Il suo non è solo un ruolo fondamentale sul piano psicologico, ma anche sul piano del gioco infatti Vincenzo Montella sta puntando molto su di lui. A dimostrazione di ciò la nuova posizione e il doppio ruolo che deve ricoprire in campo: in fase difensiva Abate deve dare equilibrio alla squadra e non farsi sorprendere nelle ripartenze, in quella offensiva, soprattutto quando si imposta da dietro con Mattia De Sciglio che scala nei tre di difesa, attaccare gli spazi, proporsi in sovrapposizione e cercare di piazzare cross velenosi o assist per i compagni.

La prestazione di sabato è stata la dimostrazione di tutte le sue doti: nei novanta minuti giocati, l'ex Empoli e Torino ha fatto 71 passaggi (85,9% di accuratezza), 5 salvataggi, 8 uno contro uno tentati di cui 7 riusciti e un fondamentale assist per il momentaneo 2-1 di Suso. Numeri che sintetizzano la prestazione ma non dicono della grinta e del cuore che, più di quanto abbia fatto in questo ruolo Riccardo Montolivo, esprimono l'attaccamento alla maglia e alla tifoseria che lo sostiene.

L'umiltà e la modestia fanno del ragazzo di Rescaldina un capitano vero, fuori e dentro il campo, e lo dimostrano anche le sue dichiarazioni a fine partita: “Abbiamo fatto una buona gara, abbiamo dimostrato compattezza e maturità. Siamo migliorati nella convinzione di essere migliori tecnicamente, non siamo sazi e vogliamo continuare così. Ora non possiamo guardare la classifica, dobbiamo tenere la testa bassa e pedalare, siamo troppo intelligenti per non capire e ricordare da dove veniamo, cioè da due o tre anni davvero negativi.”

Che dire, la rivincita è servita.

Valerio Paini

 

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