Facciamo finta, per un attimo, che all’indomani della vittoria casalinga contro il Torino io sia partito con la mia dolce metà per un’isola deserta a godermi un po’ di riposo e di sole e abbia perso i contatti con il mondo cosiddetto “reale” (anche se mi piacerebbe tuffarmi in un’irrealtà fatta di spiaggia, mare e mojito…); al check-in dell’aeroporto, oltre a pensare al viaggio e alle mille cose dimenticate a casa, mi sarei sentito rincuorato al pensiero di una squadra, come abbiamo detto mille volte, coriacea, determinata, umile, unita, coraggiosa, pronta a cullare razionalmente il sogno di una rincorsa ai piani alti della classifica con vista qualificazione alla prossima Champions League.
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Abbiati e Abate, la rivolta dei senatori
Esattamente un girone fa, all’indomani della sconfitta in trasferta contro il Sassuolo, Gianluigi Buffon rilasciò dichiarazioni molto dure nei confronti, soprattutto, dei suoi compagni più giovani e poco inclini al sacrificio. Da lì la Juve ripartì per realizzare quella incredibile striscia, peraltro ancora aperta, di 18 vittorie e 1 pareggio. Non ambiamo a tanta grazia, ma bastasse per passare un finale di stagione normale… ormai anche la normalità è diventata un lusso….
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Non so perché, ma in questi momenti mi torna in mente l’Enrico V di Shakespeare; me ne rendo conto… tende un po’ a drammatizzare il concetto, trattandosi solo di calcio, ma calza a pennello: “Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perché acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell’uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch’abbia paura di morir con noi“.
Matteo Forner
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