archivio2016

Amarcord – La “Storia” e le finali Milan-Juventus

Donato Bulfon

Lo scudetto è stato spesso un affare tra Milan e Juve. Non si può dire lo stesso della Coppa Italia.

Lo scudetto è stato spesso un affare tra Milan e Juve. Non si può dire lo stesso della Coppa Italia. Questione di stimoli per la differenza di prestigio tra le due competizioni e di sorteggio. Insomma, quella di sabato sarà “solo” la quarta volta in cui rossoneri e bianconeri si contenderanno la Coppa di Lega.

La prima sfida risale al 42', il Milan si chiama in omaggio all'autarchia italica Milano e i nazisti sono ormai alle porte di Stalingrado con i russi pronti a resistere fino alla fine. In Italia, invece, il Milan, pardon il Milano, conclude la stagione al 10mo posto. Deludente anche il piazzamento della Juve, appena sesta. Pertanto tutte le speranze di riscatto per le due compagini passano per la finalissima. La gara di andata si gioca a San Siro. E una sfida equilibrata: vantaggio ospite con Bellini, pari dei padroni di casa all'83' con Cappello. Risultato inchiodato sull' 1-1 anche dopo i supplementari. Senza storia invece il ritorno al “Benito Mussolini” di Torino: 4-1 per la Juve con tripletta dell'albanese Lushta e gol di Sentimenti su rigore, di Boffi la rete della bandiera. La Juve trionfa e alza al cielo la seconda Coppa Italia della sua storia.

Trentuno anni dopo Juve e Milan tornano ad affrontarsi. E' il 1973, a New York viene inaugurato il World Trade Center e le Torri Gemelle aperte al pubblico. In Cile Pinochet rovescia il governo di Allende e instaura una delle dittature più feroci dell'America Latina. In campionato i rossoneri si vedono sfilare lo scudetto proprio dai bianconeri dopo la sconfitta nella Fatal Verona. L'appuntamento con la “rivincita” è fissato per il 1 luglio: a Roma si gioca la finale di Coppa Italia. Bettega illude nel primo tempo, Benetti agguanta il pari in apertura di ripresa. Il risultato non cambia nemmeno durante i tempi supplementari e quindi servono i rigori per decretare il vincitore. Dagli 11 metri i rossoneri sono freddi e non sbagliano. Al resto ci pensa Vecchi ipnotizzando Anastasi e Bettega. La “vendetta” è compiuta.

La Coppa Italia 89-90 inizia con il muro di Berlino ancora in piedi. Ma quando termina il mondo è cambiato. Non è più lo stesso. La perestrojka di Gorbaciov e l'ansia di libertà dei tedeschi dell'Est sono i picconi che aprono la breccia nella cortina di ferro. La guerra fredda finisce in archivio. In Italia invece il Napoli bissa lo scudetto di tre anni prima, grazie al secondo capitolo della Fatal Verona che apre polemiche infinite. Il Milan di Sacchi, tutto pressing e difesa a zona, “si consola” portando a casa per la seconda volta consecutiva la Coppa dei Campioni e approdando in finale di Coppa di Lega contro una Juve esclusa dal podio. La gara di andata si gioca insolitamente il 28 febbraio e si chiude a reti inviolate. Ritorno al Meazza il 25 aprile. Decide un gol di Galia, un gregario, al 17'.

La Juve conquista l'ottava Coppa Italia nonostante i favori del pronostico fossero tutti per il Milan. E' un mezzo miracolo. Sabato sera invece al Milan servirà un miracolo. Intero.

 

Mariano Messinese

Twitter:@MarianoWeltgeis

 

Potrebbero interessarti anche:

contro la Juventus

a Milanello

Con Mihajlovic,

Vazquez

, vantaggi e svantaggi