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Ancelotti su Istanbul: “Mai giocata così bene una finale”

Stefano Bressi

Carlo Ancelotti, a distanza di undici anni, ha ricordato la finale persa ad Istanbul. Il tecnico ha dichiarato che quella è stata la sua finale migliore.

25 Maggio 2005. Non è una finale vinta dai rossoneri, ma è impossibile non ricordare questa data. Quella sera, dopo 45' c'era chi, tra i tifosi, stava già festeggiando, c'era chi era convinto il Milan fosse già campione. Poi c'era chi non lo ammetteva, ma in fondo lo pensavano tutti. Nel secondo tempo, anzi in sei minuti del secondo tempo, succede qualcosa. Nessuno ha ancora capito e mai capirà che cosa. Fatto sta che al 53' il tabellone segnava 3-0, al 60' 3-3. Un crollo psicologico sarebbe stato ovvio, eppure anche dopo il Milan ha continuato a dominare. Per 84 minuti in campo c'è stato solo il Milan. I supplementari sono l'emblema della partita, tanta sfortuna per il Milan e un episodio in particolare davvero incredibile: Andy Shevchenko scarica a botta sicura da qualche centimetro, Dudek riceve una botta in faccia (e pure una botta di qualcos'altro) e para. A quel punto i rigori diventano una formalità. Era già chiaro chi avrebbe vinto.

Su quella finale c'è tornato Carlo Ancelotti, allenatore di quel Milan, intervistato da "goal.com". L'ex tecnico rossonero ha sottolineato come quella sia forse la miglior finale giocata da una sua squadra, ma che per lui è stato impossibile sistemare le cose in quei pochi minuti di rimonta Reds. Ecco le sue parole: "A fine primo tempo eravamo contenti, è vero, ma non abbiamo festeggiato. Avevamo giocato bene, ma eravamo concentrati sulla ripresa. Volevo giocassimo il secondo tempo come il primo. Ho riguardato solo il primo tempo di quella partita, nel secondo ho rotto il televisore. Abbiamo giocato male solo sei minuti. Fu impossibile cambiare qualcosa per me. Quando subimmo il primo gol pensai 'Cosa sta succedendo?', ma non ebbi tempo di fare nulla, hanno segnato subito gli altri due. Nel finale ho cambiato qualcosa, solo per avere giocatori freschi. La squadra aveva ricominciato a giocare bene. Ho giocato tante finali da allenatore: Manchester, Atene, Lisbona. Ma nessuna è stata giocata bene come quella di Istanbul. Sia nel primo tempo, che nella ripresa, che ai supplementari. Avevamo tante occasioni per vincere prima dei rigori, ma poi arrivati a quel punto, era impossibile. Non c'era più lucidità. Nonostante avessimo ottimi rigoristi, vincere era impossibile. In certi casi conta più la testa, e non si può allenare alla lotteria dei rigori."

Ma "dopo Istanbul c'è Atene". E due anni dopo, di nuovo contro il Liverpool, il Milan è tornato campione. Ecco in questo momento della storia i rossoneri sono a Istanbul: è appena finita un'altra stagione tra le peggiori della storia milanista. Ma dopo Istanbul c'è Atene. Ora tocca al Milan rialzarsi e tornare a essere ciò che è sempre stato.

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