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Antonelli: “Ce la giocheremo con tutti, vi stupiremo”

Stefano Bressi

Antonelli parla del futuro del Milan e sembra ottimista. Spera di rivivere le grandi notti e promette che la squadra tornerà a "giocare a calcio".

Un passato nelle giovanili del Milan e un cuore totalmente rossonero per Luca Antonelli. Il figlio del grande Dustin è arrivato in rossonero dopo qualche anno in altre squadre e adesso, dopo un anno e mezzo, sembra essere un punto fermo. Al Corriere dello Sport ha parlato della sua esperienza finora al Milan e della prossima stagione: "La preparazione con Montella è molto con il pallone, con Mihajlovic correvamo di più. Lavoriamo molto sul possesso e lo abbiamo fatto vedere. Personalmente preferisco correre con la palla. Stiamo cercando di assimilare le richieste del mister e direi che siamo sulla buona strada. Il calcio di Montella mi piace molto, le sue squadre sono offensive: mi ricordo che la Fiorentina ha fatto con lui un campionato straordinario. È giusto fidarsi di lui, i tifosi rivedranno un Milan che giocherà a calcio. In passato non è successo? Io parlo per l'ultimo anno e mezzo e siamo arrivati settimi e decimi... Con Mihajlovic abbiamo fatto buone partite e anche con Brocchi, sfiorando la vittoria in Coppa Italia, ma non siamo stati continui. La mia esperienza finora la reputo positiva: ho collezionato circa 40 presenze e fatto 4 gol. Al Genoa stavo bene e sarei andato via solo per il Milan, squadra per cui tifo da sempre. Ero qua 10 anni fa, ma in quel Milan era impossibile giocare, troppi campioni. Con Ancelotti in panchina. Sono cresciuto allenandomi con Maldini, Dida, Nesta, Gattuso. Da ex tifoso della Curva vivevo un sogno, non scorderò mai l'esordio. L'idea di un Milan italiano mi piace molto, perchè penso che gli italiani si attacchino più alla maglia".

Poi continua con uno sguardo al futuro, di singoli e squadra: "Donnarumma è straordinario, io alla sua età non ero neanche in Primavera. Bravi Mihajlovic e Magni a dargli fiducia, perchè accantonare uno come Diego Lopez non è semplice. Donnarumma e Perin sono i più forti in Italia. De Sciglio è un amico e di lui posso dire solo bene. In Nazionale, dove forse ha trovato la fiducia necessaria, è andato benissimo, di '92 forti come lui ce ne sono pochi. Non ho mai smesso di pensare alla Nazionale. Speravo di andare agli Europei, ma il problema al polpaccio mi ha bloccato. Conte è uno dei migliori al mondo e Ventura è molto simile, spero di conoscerlo presto. Con Lapadula ho fatto qualche allenamento a Parma, quando era in Primavera. La sua scorsa stagione è stata pazzesca, ci darà una grossa mano perchè ha la cattiveria giusta. Balotelli è un bravo ragazzo, non un bad boy. Teneva alla maglia del Milan e fa male vederlo nelle riserve del Liverpool. Per quest'anno meglio non porsi obiettivi: negli ultimi due anni abbiamo sempre detto che volevamo tornare in Europa, ma abbiamo fallito. Testa bassa e pedalare. Sarò soddisfatto se giocheremo alla pari con tutti, Juventus compresa. Si può perdere, ma l'approccio deve essere quello giusto. Non ci sono tante squadre superiori a noi. Il Napoli ha un ottimo allenatore e ha preso Milik, la Roma ha un organico forte, saranno competitive ad alti livelli anche quest'anno. Sulla carta la Juve è di un altro pianeta, ma la palla è rotonda".

Per i tifosi un messaggio: "Ai tifosi dico di starci vicini, anche se ora non è facile. Io da tifoso ho vissuto grandi notti, spero di riviverle sul campo. Mi piacerebbe giocare in Europa, non l'ho mai fatto. Stare sul divano a guardare le partite in tv non mi esalta. Sta nascendo un Milan competitivo, anche la Juventus che adesso domina è dovuta passare da un periodo difficile. Stupiremo tutti e giocheremo un campionato importante. Se si crede che stiamo costruendo qualcosa di importante, meglio stare a casa. Non sarà il Milan di Sacchi, Capello e Ancelotti, ma se ci mettiamo al servizio della squadra i risutati arriveranno. Non ci distraggono le voci sul futuro della società. Sappiamo che se Berlusconi venderà sarà per il bene del Milan, se aspetta è perchè non ha garanzie. È innamorato del club e lo vuole lasciare in mani sicurissime. Per ora non ho vinto nessun trofeo, solo qualche piccola soddisfazione. Vincere con questa squadra avrebbe un sapore particolare, è il mio obiettivo e ho tre anni di contratto per poterlo raggiungere, ma spero anche di più. Mio padre mi dice di ascoltare l'allenatore, ma non entra molto nella mia vita calcistica, sono riservato. È molto critico con me per stimolarmi e riesce nell'obiettivo. All'inizio il cognome pesava un po', qualcuno diceva giocassi solo per quello. Ma a un certo punto se sei bravo vai avanti, sennò ti fermi. Se sono tornato al Milan è per ciò che ho fatto, non per il cognome".

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