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Auguri a Rui Costa! Ecco le tappe di una straordinaria carriera

Manuel Rui Costa, qui con la maglia della Nazionale a Euro 2004
Oggi Manuel Rui Costa compie 44 anni. Il portoghese è stato uno dei protagonisti del Milan di Ancelotti e non solo. Riviviamo la sua splendida carriera

Edoardo Lavezzari

"O MAESTRO"

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E' impossibile parlare di Manuel Rui Costa senza partire da quel soprannome "O Maestro". Un epiteto che dice moltissimo di un trequartista dotato di un piede fatato, di una velocità di pensiero decisamente fuori dal comune e anche di un carattere eccezionale. Leader in campo e fuori, il portoghese è stato un numero 10 completo a cui, forse, è mancato solo il vizio del gol. Giocatore inimitabile, il portoghese è stato protagonista assoluto del calcio italiano ed europeo per almeno 15 anni, durante i quali ha vinto (quasi) tutto il possibile a livello di club, sfiorando anche un titolo Europeo con il suo Portogallo, una squadra a dir poco talentuosa, ma incompiuta.

BENFICA

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Dopo una stagione al Fate, il giovane Manuel entra nel calcio che conta a 19 anni: è il 1991 e il trequartista è subito protagonista con 21 presenze e 4 gol in campionato. Al Benfica, Rui Costa, ci resterà altri due anni, sempre più da protagonista ed è lì che inizierà a vincere i primi trofei. Nel 92/93 arriva una Coppa di Portogallo, mentre nella stagione successiva vince lo Scudetto e raggiunge la semifinale di Coppa delle Coppe, persa contro il Parma, solo per la differenza reti a sfavore dei lusitani.

FIORENTINA

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Il suo talento, ormai, è sotto gli occhi di tutti e la Fiorentina non ci pensa due volte, versa 11 miliardi di lire al Benfica e lo porta a Firenze. In viola, Rui Costa diventerà uno dei giocatori simbolo della Serie A. In sette stagioni il portoghese gioca 215 partite in campionato, mettendo a segno 38 reti e sfornando una serie quasi infinita di assist e grandi giocate. Nel '96 vince la Coppa Italia, segnando due gol e poi la SuperCoppa Italiana, proprio contro il Milan. Arriverà anche una seconda Coppa Italia, nella stagione 00/01, l'ultima con la maglia viola. Una soddisfazione particolare, perchè quell'anno, dopo l'addio di Batistuta, il capitano della Fiorentina è lui. Il suo anno migliore, comunque, è il 98/99 quando segna 10 gol in 31 presenze e trascina la Fiorentina al terzo posto in campionato. Non è, invece, ancora tempo di soddisfazioni europee, soprattutto in Champions League. Rui Costa partecipa alla massima competizione internazionale solo nel 99/00 e sua Viola viene eliminata, per un gol regolare e non convalidato segnato proprio dal "Maestro" contro il Valencia, che andrà ai quarti di finale.

MILAN

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La crisi economica in cui versa la Fiorentina di Cecchi Gori impone sacrifici importanti, l'anno prima era stato il turno di Batistuta, l'estate del 2001 è quella di Rui Costa, che passa al Milan per 80 miliardi di lire, diventando così uno degli acquisti più onerosi della storia rossonera. In rossonero resterà cinque anni, vincerà tutto e farà da chioccia a quel Ricardo Kakà che, di fatto, arriverà a togliergli il posto. Il brasiliano però, ha sempre riconosciuto l'importanza del portoghese nella sua formazione. Con il Milan le presenze, in campionato, sono 124, ma i gol solo 4, ma i motivi per festeggiare non mancano. Nel 2002/03 è un ingranaggio fondamentale nel Milan di Ancelotti, quello della doppietta: Coppa Italia e Champions League. L'anno successivo si apre con un assist, a Shevchenko, per il gol che decide la Supercoppa Europea, mentre la stagione si concluderà con lo Scudetto. Nel 2004/05 gioca anche la finale di Atene, ma per lui e il Milan, purtroppo, c'è ben poco da festeggiare quella sera. Il 2005/06 colleziona altre 25 presenze in campionato, spesso a partita in corso, ormai è il Milan di Kakà e l'età inizia a pesare, tanto che a fine stagione arriva la risoluzione, consensuale, del contratto.

BENFICA

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Rui Costa decide di chiudere in Portogallo, al Benfica, là dove tutto era cominciato. Gioca altri due anni, non vince niente, ma impressiona sempre. Nel 2007/08 Benfica e Milan si ritrovano in Champions League e San Siro gli tributa un saluto concesso a pochi: il popolo rossonero non dimentica i giocatori di classe e il portoghese rientra ampiamente in quella categoria. Al termine di quella stagione, la sua carriera agonistica finisce: è l'11 maggio 2008 e contestualmente inizia un'altra vita, quella da DS del Benfica, ruolo che ricopre tutt'ora.

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