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Baby Milan, un 2016 di soddisfazioni

Redazione

Un anno di transizione, con la precisa idea di rivoluzionare la rosa puntando su giocatori giovani e italiani, ha portato al primo successo di una nuova generazione. Milan, un anno di soddisfazioni

LA SITUAZIONE

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Il 2016 per il Milan ha rappresentato, sicuramente, un anno di grandi cambiamenti: la crisi a livello economico e gli ideali, visionari ma molto decisi, di Silvio Berlusconi hanno portato a un Milan giovanissimo, sempre più incentrato sulla valorizzazione del vivaio o sulla crescita di talenti presi a poco dall'estero per poi farli abituare sin da subito al nostro campionato. Molti stanno già facendo la fortuna dei rossoneri e, con la loro crescita, si spera la faranno.

Valerio Paini

DONNARUMMA

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Il portiere di Castellammare di Stabia è sicuramente il talento più puro proveniente dal vivaio rossonero. Da quando è arrivato al Milan, la sua carriera è stata un infrangere record su record, anche vista la sua età. Quest'anno, oltre a non aver saltato nessun incontro in campionato e aver preso parte alla finale di Coppa Italia, Gigio ha avuto modo di esordire nell'Under 21 e, addirittura, nella Nazionale maggiore risultando, a detta di molti, l'erede naturale di Gianluigi Buffon. Strabiliante la sicurezza con la quale gioca, forse la sua virtù più grande, insieme a una fisicità impressionante, visti i suoi 17 anni. La punta più alta, fino a ora, è stata la finale di Supercoppa italiana, con ben 7 parate e il decisivo rigore parato a Dybala, dimostrando come la sua crescita sia costante e continua. Big mondiali e Raiola permettendo, se dovesse rimanere a Milanello, i rossoneri sarebbero coperti per almeno 20 anni con lui in porta.

Valerio Paini

CALABRIA

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È l'ennesimo buon terzino uscito dal vivaio rossonero. Il suo 2016 è stato condizionato dal rapporto non eccelso con Sinisa Mihajlovic, il quale non ha puntato su di lui. Con l'arrivo di Brocchi, che già lo conosceva bene, Davide ha ritrovato subito il campo, giocando le ultime due dello scorso campionato e l'infausta Coppa Italia persa con la Juventus. Con Montella sembrava potersi completare il processo di maturazione: entrato da subito nelle grazie dell'allenatore e nelle rotazioni difensive rossonere, a bloccarlo è stato un infortunio alla caviglia che lo tiene stabilmente fuori da metà ottobre. La sua definitiva consacrazione è stata solo ritardata perché, in campo, aveva già dimostrato di poter tener testa a colleghi molto più esperti.

Valerio Paini

ROMAGNOLI

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Arrivato dalla Roma col fardello di essere costato 25 milioni di euro, il Milan l'ha fortemente voluto e non badò a spese per accontentare Mihajlovic. Soprattutto all'inizio questo fattore, come anche un Milan disordinato e la mancanza di un partner difensivo stabile e sicuro, ha portato Alessio a prestazioni discutibili. Nonostante questo ha giocato tutte le partite in cui ha potuto, squalifiche e infortuni permettendo, dimostrando quanto fosse importante per il progetto. Con Vincenzo Montella sembra essere cambiato qualcosa, più a livello psicologico che di gioco: l'accoppiamento con il ritornante Gabriel Paletta e un sistema di gioco più coinvolgente e basato maggiormente sul possesso palla dal basso, che mette in luce le sue grandi doti in impostazione, sembra piacere molto ad Alessio che ha dimostrato di poter valere l'investimento iniziale. Sempre più sicuro dei propri mezzi, quest'anno ha esordito in Nazionale e ha fornito prestazioni sempre più convincenti soprattutto quando di fronte ha trovato big come la Juventus. Ormai è da considerarsi un pilastro a tutti gli effetti.

Valerio Paini

DE SCIGLIO

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Con i suoi 24 anni rientra ancora tra i giovani nonostante l'esperienza maturata in campo, anche internazionale, facciano di lui un giocatore fatto e finito. Il 2016 di uno dei più grandi prospetti degli ultimi anni è stato un continuo sali scendi tra il campo e la panchina, soprattutto con Mihajlovic e Brocchi. In estate era dato per partente ma la cura Conte, in Nazionale, l'ha rilanciato clamorosamente, facendo di lui un pilastro nello schieramento di Vincenzo Montella: infatti, nonostante prestazioni ancora altalenanti, Mattia ha sempre trovato spazio, eccezion fatta per la prima di campionato e per la quarta, a causa di un infortunio. Senza Montolivo e Abate è lui il capitano dei rossoneri sebbene la timidezza in campo facciano di lui un condottiero soltanto formale e non sostanziale. A mancare è sempre il definitivo salto di qualità.

Valerio Paini

LOCATELLI

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Manuel Locatelli è l'uomo del presidente Silvio Berlusconi. Un predestinato che ha vissuto un 2016 esplosivo: dalla primavera a titolare fisso, dalla vittoria sfiorata con all'Europeo l'Under 19 all'esordio sfiorato con l'Under 21. L'esordio in rossonero invece è arrivato nel finale di partita col Carpi lo scorso campionato, la prima da titolare, nello stesso periodo, nell'ultima giornata contro la Roma. Con Vincenzo Montella è entrato nelle rotazioni dimostrandosi la prima tra le seconde scelte, in concomitanza con l'infortunio di Riccardo Montolivo, invece, il giovane Manuel si è ritrovato titolare in un ruolo delicato e di enorme responsabilità; lui si sta dimostrando all'altezza anche se serve tempo. Il carattere e la tranquillità la mostra sempre, il talento l'ha mostrato soprattutto nei gol fatti quest'anno, due perle di rara bellezza contro Sassuolo e Juventus. Il presente e il futuro sono suoi, a patto di mantenere la crescita.

Valerio Paini

NIANG

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Indispensabile per Mihajlovic, sembra esserlo anche per Vincenzo Montella. Con il serbo era il cuore del Milan (3 gol e 3 assist negli 10 incontri disputati in campionato nel 2016), con lui in campo si parlava di Europa, senza di lui, dopo l'infortunio alla caviglia, i rossoneri hanno perso la loro identità. Le bravate non sembravano finite quando, quest'estate, ha mostrato a tutti, attraverso i social, il suo balconing; subito richiamato e valigie in mano fino all'arrivo di Vincenzo Montella che ha bloccato tutti. L'atteggiamento sembra essere definitivamente cambiato: alle buone prestazioni sembra aver unito gran voglia e spirito di iniziativa. L'inizio di stagione è stato sopra ogni aspettativa: 3 gol e 3 assist in 7 partite, un Milan in costruzione che si affidava totalmente alle sue giocate, ora un calo fisico e psicologico stanno condizionando questo ultimo periodo e l'hanno portato alla panchina in Supercoppa dopo aver sbagliato due rigori decisivi contro Crotone e Roma. La sosta arriva nel momento giusto perché il talento non è mai stato in discussione e il rilancio, con Montella, ci sarà.

Valerio Paini

SUSO

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Da flop a punta di diamante del Milan di Montella. Il 2016 di Suso è stato l'anno della definitiva consacrazione. Scartato nel mercato di gennaio e fuori dai piani di Mihajlovic, Suso va a cercar fortuna al Genoa trovando subito terreno fertile per la sua crescita. Con Gasperini, nella seconda parte di campionato, totalizza 6 gol e 2 assist, tra cui una doppietta nel derby della Lanterna. Tornando all'ovile ha trovato in Vincenzo Montella un grandissimo estimatore, su di lui l'allenatore campano ha puntato tutto, facendolo giocare praticamente ogni partita. E la fiducia è stata ricambiata immediatamente: 5 gol e 7 assist tra cui una doppietta nel derby e 2 assist decisivi nelle sfide di campionato e Supercoppa contro la Juventus. Numeri che dicono di un giocatore di grande personalità ma che, comunque, non rendono l'idea dell'importanza che ricopre il suo ruolo in campo, un tuttofare dal quale non si può prescindere, l'uomo in più senza il quale questo Milan non gira. Il futuro è tutto suo.

Valerio Paini

 

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