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E’ il 21 agosto 2016, si gioca Milan-Torino, gara di apertura della stagione 2016/17: Carlos Bacca viene da un estate in bilico, nella quale pareva dovesse salutare i colori rossoneri, dopo un solo anno di militanza. E’ subito decisivo: tre gol nella stessa partita, la prima volta in assoluto in carriera. Tre gol in soli 24 minuti: uno di sinistro, uno di testa ed uno di destro su rigore: tutto il repertorio completo (rabona a parte) concentrato in meno di mezz’ora di partita. E dopo quella gara dichiarò alla Gazzetta dello Sport: “Quando è arrivata l’offerta del West Ham, ci siamo consultati in famiglia ed ho deciso di restare. Mi sono commosso alla tripletta. Sono rimasto perché voglio riportare il Milan in Europa e difenderò questa maglia con tanto orgoglio”.
Tutto lasciava presagire, insomma, ad una stagione da assoluto protagonista e da trascinatore della squadra. In effetti così è stato fino al 2 ottobre 2016, giorno di Milan-Sassuolo e della sua ultima realizzazione. Da allora ben cinque gare senza fare gol ed anche cinque gare in cui, oltre a mancare il sigillo finale, è mancata prima di tutto la sua prestazione. Di pari passo è aumentato il nervosismo del numero 70, sempre più intollerante verso i compagni che non lo assecondano e verso Montella quando lo sostituisce. Tutti segnali di un malessere e di una scarsa serenità del giocatore.
Le qualità da grande centravanti non si discutono ma è altrettanto evidente una sua caratteristica: quando la manovra della squadra è statica, quando mancano i rifornimenti e quindi non viene adeguatamente servito, Bacca mostra in pieno tutti i propri limiti. L’ex Siviglia è un uomo d’area, che aspetta i palloni piuttosto che andare a cercarli e, soprattutto, non è in grado di trascinare i compagni in difficoltà. Ecco questo forse va detto: non è un leader in questo Milan. Non lo è ancor di più quando i rossoneri vanno in trasferta e si trovano a giocare in stadi nei quali le squadre si chiudono e si difendono. I numeri sono chiari, inequivocabili, sotto gli occhi di tutti: Bacca è più decisivo quando il Milan gioca in casa. E’ stato così lo scorso anno ed è così anche in quello corrente.
Stagione 2015/16, la prima in rossonero: su 18 gol complessivi in Campionato, 11 sono stati messi a segno a San Siro mentre 7 sono stati fatti in trasferta. Più in dettaglio, le marcature casalinghe sono avvenute, nell’ordine, contro Empoli, Palermo (una doppietta), Sassuolo, Verona, Fiorentina, Inter (nel trionfale 3-0 del derby di ritorno che il calendario assegnava in casa), Genoa, Lazio, Frosinone e Roma (nella sconfitta che ha chiuso le speranze di qualificazione in Europa League). Le sette marcature a domicilio si sono compiute contro Torino, Lazio, Frosinone, Empoli, Palermo, Sampdoria e Bologna (nella vittoria su rigore che aveva riacceso qualche flebile speranza europea). Stagione 2016/17: finora 6 gol totali, di cui solo uno fuori casa. Nello specifico, ha marcato all’interno delle mura amiche contro il Torino (la tripletta di cui si è detto), la Lazio ed il Sassuolo, mentre l’unico gol esterno è stato quello di Marassi contro la Sampdoria, quando partì dalla panchina.
Questo si chiede ad un centravanti dalle sue potenzialità: di essere decisivo tanto a Milano quanto in qualsiasi stadio si vada a giocare. Lo chiedono i tifosi, lo vuole la critica, lo pretende Vincenzo Montella. Un Montella che, in cuor suo e aldilà delle dichiarazioni di facciata, aveva sperato la scorsa estate che la cessione al West Ham andasse in porto e che si ritrovasse al suo posto un attaccante di manovra, un giocatore che giocasse con e per la squadra. Gennaio si avvicina e la speranza del Mister forse si è riaccesa.
Massimo Iurino
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