Non solo conferenza stampa, , Silvio Berlusconi ha parlato in esclusiva anche a Milan Channel, ecco le sue parole, riportate dal sito ufficiale del Milan, acmilan.com:
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BERLUSCONI a MC: “Vorrei un MILAN tutto italiano e vincente”
"Prendere il Milan è stata una grande responsabilità nei confronti di mio padre e della storia del Milan. Oggi a Milanello mi sono ricordato di quando sono entrato la prima volta. Ritenni opportuno di fare dei progetti per portarmi ad essere protagonista nei miei anni. Dopo il primo anno con un allenatore che non avevo scelto io trovai sul mercato Arrigo Sacchi e abbiamo preso la decisione di prenderlo come nostro allenatore. Dovevamo vincere il Campionato, l’anno dopo la Coppa dei Campioni e quello ancora dopo la Coppa Intercontinentale. Siamo diventati poi il club più titolato al mondo. 5 vittorie su 8 finali, ho provato ad essere il Presidente che ha vinto di più. La mia vita è rimasta quella dell’imprenditore e uomo di politica ma il Milan ha un posto speciale nel mio cuore".
Lei avrebbe preferito sedersi in panchina? "La mia risposta, in panchina, ma anche in campo! Nel 1988 segnò due volte Virdis e una volta Van Basten".
La partita contro il Napoli: "Cercherò di convincere Mihajlovic ad una motivazione speciale ai ragazzi. Ho parlato con lui ed i ragazzi. La situazione è complicata. Il Napoli ha perso due trasferte, di cui una immeritata a Torino contro la Juventus. Hanno la necessità di risorgere. Se vincono possono agganciare la testa della classifica. Devono farsi perdonare dal proprio pubblico, quest'ultimo motivato e straordinario. Il Milan si trova molto sfortunato. Dobbiamo mettere in campo altrettanta motivazione. Io ci ho parlato con i ragazzi per inculcare questo, adesso ci deve mettere anche l'allenatore".
Un bilancio dei 30 anni di Milan: "Il Milan ha avuto una serie infinita di campioni e ce li siamo sempre goduti. Nessuno come noi ha visto così tanti fuoriclasse, che hanno portato risultati e bel gioco. Ci siamo conquistati così la primazia nel mondo. Sono sempre stato legato ai miei campioni. Come un fratello maggiore, come un padre, come un nonno. Nei primi anni di presidenza sono sempre stato vicino ai loro problemi quotidiani. Di rassicurarli e di motivarli e di insegnare a loro come garantirsi negli investimenti. Ho sempre mantenuto molti contatti anche successivamente".
Su Shevchenko: "Ho sentito da poco Sheva e mi da informazioni dirette sullo stato delle cose in Ucraina. Ci sono varie problematiche. Per me è una fonte di informazione molto importante per quello che accade in quei paesi".
La missione della squadra e le prospettive future: "Il Milan ha un dovere, un obbligo, deve restare tra i protagonisti del calcio mondiale. Per fare questo si deve entrare in concorrenza di quei club che sono di proprietà di soci che hanno infinite possibilità finanziare quasi tutti derivanti dal petrolio. Per questo il Milan ha sentito la necessità trovare dei partenrship. Stiamo parlando da tempo con Mr Bee che ha quest'idea di commercdializzare il brand Milan in Cina dove abbiamo tantissimi tifosi. E' importante per noi avere questo incremento di capitale, per avere la possibilità di investire così tanto per comprare quei campuioni per essere competitivi. Abbiamo 6 giocatori che vengono dal nostro vivaio, tutta la difesa che è italiana così come la mediana. In attacco di italiani molto bravi non ce ne sono, i molti stranieri che giocano in Italia hanno chiuso la strada agli italiani in quel ruolo. Il Milan dovrà essere competitivi nel mondo. Costruire un nuovo ciclo con una squadra di giovani, che possano essere pe tanto tempo titolari nel Milan, ad esempio Donnarumma, De Sciglio, Locatelli. Nell'attacco abbiamo un fuoriclasse italiano che si chiama Bonaventura che è un numero 10 predestinato, dobbiamo acquisire due attaccanti, uno potrebbe essere Balotelli se diventasse saggio, l'altro invece sarebbe da trovare. La volontà assoluta è di vincere, di far quadrare i bilanci. Uno squadra che non può spendere più di 100 milioni di euro non credo possa essere competitiva. Vorrei dire a tutti i tifosi rossoneri che tutti noi, come diceva mio padre, abbiamo il Milan stampato nel nostro cuore, il calcio è la metafora della vita, il Milan è l'esempio di questi ragazzi che scendono in campo e che devono essere padroni del campo e padroni del gioco e devono vincere convincendo gli altri, con la passione, con il bel gioco e con la lealtà, Credo che il Milan possa essere una grande scuola e debba e possa essere una grande grandissima scuola da cui tutti abbiamo da imparare e con la quale possiamo essere sereni e felici".
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