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Berlusconi: “Aspetto i cinesi, altrimenti so che fare. Ma vorrei restare”

Silvio Berlusconi Milan-Inter
Il presidente Berlusconi ha parlato ancora di Milan: è tornato sui motivi della cessione del club, senza escludere un clamoroso ritorno al timone.

Stefano Bressi

Il 13 dicembre si avvicina. Il 13 dicembre si saprà finalmente se ci sarà il closing oppure no. Anche se, in realtà, Silvio Berlusconi ha aperto alla possibilità di spostare la data di un mesetto. Possibile, quindi, che non si arrivi a una conclusione neanche il 13 del prossimo mese. Possibile, però, anche che alla fine resti Berlusconi, visto che è lo stesso Presidente a ribadire di avere in mente un piano per far tornare il Milan in alto se l'operazione di vendita ai cinesi dovesse saltare. Ipotesi, comunque, remota. Intanto Berlusconi continua a rilasciare dichiarazioni sul Milan, dimostrando una sorta di riavvicinamento al suo amore più grande, soprattutto dopo la coreografia che gli ha dedicato la Curva Sud nel Derby. Ecco le sue parole a Domenica Live su Canale 5:

Sulla coreografia:"Non ci si poteva non commuovere di fronte a quella coreografia enorme che occupava tutto il settore della nostra curva. Non ero informato di questo, non ne ero a conoscenza. Ero anche raffigurato bene, ero pure più bello di quello che sono realmente".

Sulla decisione di vendere: "Ho portato il Milan in vetta al Mondo. Ora è la squadra più titolata. Poi però i processi e la politica mi hanno sottratto tempo e i risultati non sono stati più gli stessi. Anche perché sono entrati in gioco i petrodollari e investimenti incredibili, fuori dalla normalità. Ci sono giocatori che sono passati da una squadra all'altra per più di 90 milioni"

L'aneddoto sugli Emiri del Qatar: "Vi racconto questa, per farvi capire che valore danno questi nuovi personaggi ai soldi. Una volta ero in Qatar, ospite dell'Emiro, e rimasi affascinato dai grattacieli, tutti nuovi e belli. E dissi: 'complimenti, bellissimi'. E lui: 'Grazie. Quando vado in giro e vedo qualcosa che mi piace chiamo gli architetti e faccio studiare loro l'opera da riprodurre'. Poi - prosegue Berlusconi - si accesero le luci del grattacielo tutte insieme. E io: "Avete predisposto anche che si accendessero all'unisono per tutti i condomini?". L'emiro: "Quali condomini? Quei grattacieli sono vuoti". Berlusconi allora chiese: "E perchè li avete costruiti?". "Per vendere il petrolio che c'era sotto", mi rispose. Ecco questo è il valore che danno ai soldi", conclude Berlusconi.

Sulla ricerca di nuovi soci e la proroga: "Per far tornare il Milan in alto, ho cercato soci italiani, falcotosi e benestanti, ma non ne ho trovati. Ho provato la via dell'azionariato diffuso, ma non era possibile in Italia. Allora mi sono rivolto a soci stranieri. Sono arrivati i cinesi che ora hanno qualche difficoltà dovuta all'ok del Governo per spostare i soldi, ma è una questione di autorizzazioni. Abbiamo avuto rassicurazioni, per cui abbiamo dato una proroga di un mese, un mese e mezzo".

Berlusconi però non esclude la possibilità di tornare al timone: "Spero che il Milan trovi in questi signori quello che io ho fatto negli ultimi 30 anni. Per me vendere il Milan è un grande dolore, fa parte della mia storia. Con mio papà andavo allo stadio e ne parlavamo alla sera. Il Milan non era grandioso, ma mio papà mi consolava dicendo: "Vedrai che ci rifaremo". Quando è sprofondato in B, acquistare la società per me è stato un atto dovuto. Ma è chiaro che, se i cinesi non dovessero concludere la negoziazione, io non potrei mai lasciare il Milan senza un proprietario. E resterò. Ho già in mente una formazione, fatta di giovani e italiani. Tutti molto molto giovani".

Sa che molti si augurano che resti presidente?, gli chiede Barbara D'Urso. "Posso dirti una cosa in gran segreto? Me lo auguro anch’io", la risposta di Berlusconi

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