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Le parole del Presidente, però, appaiono un film già visto e la panchina del tecnico non può certamente essere salda al 100%. Il vero problema è capire fin dove esse siano vere: da un lato, bisogna dirlo, sarebbe inutile esonerare un quarto allenatore nel giro di pochissimi anni. Con Allegri, Seedorf e Inzaghi, Mihajlovic formerebbe un poker di tecnici allontanati a causa dei risultati, ma la qualità della rosa rimane mediocre e le strategie societarie pure. Inoltre, far pesare la scelta sulle casse rossonere, pagando un nuovo tecnico, sarebbe gravoso per il bilancio, almeno che la soluzione cada su Cristian Brocchi, tecnico della Primavera, il quale alleggerirebbe i costi. Dall'altro lato, però, bisogna dire come la conferma di Berlusconi non può essere totalmente veritiera: è indubbio, infatti, che la prima metà di stagione si è rivelata deludente per società e tifosi e il mercato di gennaio servirà - si spera - a portare nuovi stimoli in casa rossonera.
Le parole di Berlusconi, infine, possono servire a Mihajlovic come stimolo e sicurezza: un conforto come quello del Presidente è fondamentale e ora l'ex Samp ha il tempo, la fiducia e le possibilità di lavorare tranquillo, iniziando dalla delicata sfida di domani a San Siro contro la Fiorentina dove - parola di Presidente - ci sarà anche Silvio Berlusconi. Quale migliore chance per Mihajlovic per provare a convincere il Cavaliere? Nessuna, e allora per Miha arrivano nuovi - gli ennesimi - 90 minuti decisivi.
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