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È stato uno dei protagonisti dell'ultimo Scudetto del Milan, ha realizzato gol pazzeschi e ha fatto innamorare i tifosi rossoneri. Kevin-Prince Boateng si racconta ai microfoni di Marca, parlando di tutta la sua carriera, dai primi anni ai grandi trionfi e dando un giudizio anche su un suo ex compagno, Suso: "Non aveva spazio quando è arrivato a Milano. È un ragazzo molto sensibile e ha bisogno di un allenatore che lo tratti bene. Mihajlovic era un allenatore molto forte, quindi non ha avuto spazio. Ho sempre parlato di lui come di un grande giocatore. Si vedeva che aveva palleggio, qualità e velocità".
Sul suo miglior momento: "Quando ho vinto la Serie A. È stato il momento più importante"
Sul suo comportamento: "Mi sono pentito di molte cose. Essere giovani non aiuta, perché ha giocato solo il mio talento. Non era il modo giusto. Ora mi pento di non aver lavorato duramente in precedenza. Ma era normale in quel momento, avevo fama e denaro"
Sui momenti più difficili: "Per me è stato impossibile a un certo punto. All'improvviso avevo così tanti soldi da poter comprare tutto. In due anni ho speso tutto in auto, orologi, stivali, discoteche, ristoranti e amici che non erano tali. Per uno come me, cresciuto in un quartiere povero, era pericoloso"
Sugli amici nel calcio: "Uno è Muntari. Ho giocato con lui a Milano e in Nazionale e posso dire che è mio amico. Anche Patrick Ebert. Lo conosco da 20 anni"
Quando ha deciso di cambiare: "Dopo i Mondiali del 2010 ho visto giocatori di talento e ho pensato che dovevo concentrarmi solo sul calcio per raggiungere quel livello. Ho deciso di cambiare mentalità"
Sul razzismo: "Non è cambiato nulla. La cosa importante non è il calcio professionistico, ma la gente di tutti i giorni. Il razzismo non è bianco contro nero. Ogni giorno c'è razzismo in tutto il mondo. Dalla razza alla religione"
Lui bad boy? "Sono nato in questo modo. È una protezione, lo fa anche Ibrahimovic. Se si parla con Ibra dieci minuti ci si rende conto che è una persona fantastica. Quasi tutti i giocatori sono così, ad eccezione di Ronaldinho, che è sempre scherzoso. Molti mi dicono che sembro arrogante. Per giudicare una persona devi conoscerla"
Su Ronaldinho: "Il migliore. Come persona e come giocatore. Il suo stile è unico. Ha giocato per il Barcelona, eppure a Madrid lo hanno sempre applaudito. Tutti lo amano".
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