Nel calcio succede raramente che un atleta si metta a piangere, ma Manuel Locatelli lo ha fatto domenica sera in diretta tv. Forse perché per il numero 73 rossonero è ancora un sogno, non un gesto da atleta quel gol capolavoro che ha messo a segno contro il Sassuolo. Un pianto che ha commosso tutti i milanisti. Perché in questi anni in cui i tifosi rossoneri si sentono un po’ smarriti, vedere un giocatore che piange per la maglia non può far altro che scaldare i cuori. Il sentimento è stato espresso alla perfezione dalle parole: “Dietro queste lacrime c’è tutto il sacrificio che ho fatto per arrivare qui. Devo ringraziare le mia famiglia, i miei amici, che mi sono stati vicini”. L’esultanza, scrive La Gazzetta dello Sport, ha chiamato in causa due paragoni: Marco Tardelli, come tutte le grandi cose con urlo, e Fabio Grosso. Stessa faccia, stesse sensazioni da “non ci posso credere”. Il gol, dopo tutto, meritava: sinistro al volo sotto l’incrocio. Probabilmente il gesto più bello della settimana. La palla ha rimbalzato due volte, Locatelli ha trovato la coordinazione in due passi e ha calciato con il piede non suo. Tenere la palla bassa non era affatto facile.
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Boom, Locatelli! Tanto carattere e un tiro da campione
I paragoni, però, oltre che sull’esultanza, si fanno anche in campo. Qualcuno dice ricordi molto Riccardo Montolivo. Altri dicono abbia idee alla Andrea Pirlo. Chi è più romantico chiama in causa uno che in rossonero non ha avuto tanta fortuna, Redondo. L’importante è non esagerare: buon giocatore, arriverà probabilmente in Nazionale, ma non è lui il salvatore del Milan. Locatelli è un play intelligente, che sa toccare il pallone. Ha dimostrato, oltre che con il gol, anche con i lanci di saper usare bene il sinistro. Sarà anche un po’ lento, ma gli allenatori sono convinti compensi con la rapidità di pensiero. Vede prima la giocata. Da un punto di vista fisico è migliorato molto e il Milan è molto soddisfatto, grazie a MilanLab: sei mesi fa Locatelli non aveva parametri all’altezza della Serie A, oggi sì. Paolo Vanoli non si è pentito di averlo portato all’Europeo Under 19: “La personalità calcistica e la professionalità sono di alto livello. Ha una famiglia intelligente. Prima della semifinale dell’Europeo abbiamo montato un video motivazionale con i messaggi dei genitori. Manuel, come altri, si è emozionato”. Adesso Manuel quella Nazionale non la lascia più, almeno finchè non sarà chiamato in Under 21.
Sui social tantissimi compagni ed ex grandi calciatori gli hanno fatto i complimenti. Sul 73 rossonero hanno scritto articoli anche siti indonesiani e spagnoli. A proposito del numero di maglia, c’è una coincidenza: Locatelli ha il numero 73 e ha segnato al 73’. Il minuto è un caso, ma al maglia no. 7+3 fa 10. La sua posizione non è proprio da 10, ma lui è molto legato a quella maglia e più volte ha preso il pennello e creato da grande numero 10.
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