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L’ex giocatore del Milan, Dejan Savicevic compie oggi mezzo secolo. Ripercorriamo la carriera del Genio rossonero.
Il montenegrino si mise in luce con la Stella Rossa di Belgrado, dove vinse una coppa nazionale, tre scudetti, una Coppa dei Campioni ed anche una Coppa Intercontinentale. Approdò al Milan nel gennaio del 1992 per dieci miliardi delle vecchie lire, e vi rimase fino al 1998, vincendo tre scudetti, tre Supercoppe italiane ed una europea e vinse anche una Champions League. Dopo il Milan, il buon Dejan andò al Rapid Vienna nel 1999 e vi rimase fino al suo ritiro definitivo, avvenuto nel 2001 soprattutto a causa di svariati problemi fisici.
Savicevic poteva ricoprire diversi ruoli in campo (esterno destro, fantasista ed anche mezzapunta), ed è tuttora considerato come uno dei calciatori più forti di sempre, nonché il montenegrino più forte della storia. Di piede mancino, era specializzato in grandi giocate e dribbling, e per la sua notevole imprevedibilità era, ed è tuttora, soprannominato Il Genio. Certo, non correva molto, ma era sempre in grado di fare quella giocata che a pochi riusciva, un po’ come il Totti degli ultimi due anni.
Dejan Savicevic è ricordato, soprattutto dai tifosi rossoneri, per la finale di Champions League del 1994, disputatasi ad Atene contro il Barcellona di Guardiola e Stoichkov e che in panchina aveva la leggenda Johan Cruijff. La partita finì quattro a zero per i rossoneri allenati da Fabio Capello, al primo successo europeo, con il Genio che trafisse il portiere blaugrana Zubizarreta con un pregevolissimo pallonetto di sinistro, gol che portò il Milan sul tre a zero: il montenegrino fornì pure l’assist per il gol del 1-0 rossonero, segnato da Daniele Massaro dopo 22 minuti di gioco.
Ma ciò che rimane nella mente di tutti e negli annali del calcio è quel gol da quasi metà campo, che è considerato come la marcatura più bella della sua carriera ed anche uno dei più belli della storia di questo sport.
Niccolò Bambini
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