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Cessione Milan, il retroscena: la trattativa era sul punto di saltare

Daniele Triolo

La cessione del Milan ai cinesi ha rischiato seriamente di naufragare nel pomeriggio di lunedì: ecco com'è andata realmente tra Fininvest e SES

Nella mattinata di ieri, nelle casse di Fininvest, è arrivato , la cosiddetta 'caparra-bis' dopo , per l'acquisizione del Milan da parte del fondo cinese 'Sino-Europe Sports'. Mediante il versamento di questa ulteriore tranche dei 520 milioni inizialmente previsti per , SES si è assicurata lo slittamento per la finalizzazione dell'affare con Fininvest .

L'operazione, però, è stata seriamente . Con Fininvest che, come risarcimento per la mancata cessione del Milan, avrebbe trattenuto i 100 milioni di 'feed' iniziale, e SES costretta a rinunciare alla scalata ai vertici del club. Secondo quanto rivelato da Carlo Pellegatti, giornalista notoriamente bene informato sulle vicende rossonere, nel suo servizio per 'Premium Sport', alle ore 17:00 di lunedì 12 dicembre scattava l'ultimatum per il deposito della caparra ma l'autorizzazione per il trasferimento di denaro non è stata concessa.

A quel punto, la quale ha acconsentito. Qualora, dall'azienda di Via Paleocapa, avesse però dato parere negativo, il Milan sarebbe rimasto a Silvio Berlusconi. Tutte queste difficoltà sono dovute, ha proseguito Pellegatti a 'PS', alla restrizione di esportazioni di capitale dalla Cina all'estero . Per avere l'autorizzazione potrebbe essere necessario anche un anno, per questo sono stati chiesti due mesi e mezzo di proroga per il closing, anche per valutare altre soluzioni, tra cui .

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