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Sono giorni concitati, questi, per il futuro del Milan. Mentre in campo la squadra di Vincenzo Montella vola, e dopo (4-1) si è confermata al secondo posto in classifica a soli 4 punti di distanza dalla capolista Juventus, non sembra essere più così chiaro il destino del club dal punto di vista societario. Dopo aver annunciato, lo scorso 5 luglio, la cessione del Milan ai cinesi, ed aver firmato, esattamente un mese dopo, con il fondo orientale 'Sino-Europe Sports', il Presidente del Milan, Silvio Berlusconi, sembra averci ripensato ed appare intenzionato, ora più che mai, a voler tenere le redini della società. Ma come stanno realmente le cose? Analizziamolo insieme con la chiarezza dovuta a tutti i sostenitori del Diavolo.
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Esiste, come noto, un contratto preliminare di vendita del club, firmato lo scorso 5 agosto, che prevede il trasferimento del 99,93% del Milan (lo 0,07 % appartiene ai piccoli azionisti) dalla Fininvest al fondo cinese 'Sino-Europe Sports', che si era impegnata a versare, nell'ordine, 15 milioni alla firma, , più 420 milioni al momento del 'closing' dell'operazione. Inoltre, i cinesi avrebbero garantito il pagamento, in toto, dei debiti del Milan, stimati in 220 milioni, e di investire, nell'arco delle successive tre stagioni, 350 milioni di euro sul mercato. Costo totale dell'operazione di acquisizione del Milan, di poco superiore al miliardo di euro. Bene: , e si trovano già come deposito cauzionale, non toccati, nelle casse di Fininvest. Mancano, per cedere il Milan, i 420 milioni da versare nel momento del closing: si attendono le autorizzazioni del Governo cinese per l'esportazione di questi capitali dalla Cina (sempre ammesso che i soldi siano stati raccolti tutti …) per chiudere l'affare. , in concomitanza con quella dell'assemblea dei soci del Milan: se entro il 5 dicembre, quindi una settimana prima del closing, arrivasse l'ok per questi capitali, il Milan, come da contratto, passerebbe ai cinesi. E Berlusconi non dovrebbe far altro che sottostare a quanto accettato da lui e Fininvest oltre tre mesi fa.
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Si tratta dello scenario che, almeno stando a quanto dichiarato, in continuazione, da Berlusconi negli ultimi giorni, forse piacerebbe di più al Presidente rossonero. Colpito tantissimo , Berlusconi, a quanto pare, sembrerebbe averci ripensato. L'idea di tenersi il Milan, e di tentare di riportarlo sulla vetta d'Italia e del mondo con una squadra “” sembra solleticare gli appetiti presidenziali. Vero, c'è un contratto firmato da rispettare, ed è il motivo per cui Berlusconi, comunque continua a sottolineare come “vendere il Milan sia stato un atto dovuto e doloroso”, ma bisogna prestare molta attenzione alle sue parole. Il Cavaliere si sente, ancora, a tutti gli effetti, numero uno rossonero: prova ne è che si è riavvicinato alla squadra proprio in questo momento storico del club (sarà un caso?), , ha ricominciato a parlare di mercato (come ). Ed Adriano Galliani, che fino a 15 giorni fa a giornali e televisioni dava per fatto il closing, ha ripreso a sorridere beffardo ed ad affrontare l'argomento Milan. Qualcosa sembra bollire in pentola: qualora i cinesi non dovessero riuscire ad adempiere subito alle clausole contrattuali, occhio .
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E', ad oggi, lo scenario più probabile. E lo ha confermato lo stesso Berlusconi nelle interviste rilasciate ieri a 'Canale 5' ed a 'Mediaset Premium', le tv di famiglia. La 'Sino-Europe Sports', infatti, sostiene di voler chiudere l'affare “”, contraddicendosi, in realtà, rispetto a qualche giorno fa, quando aveva fissato , e Berlusconi, in televisione, ha annunciato di aver “concesso una proroga di un mese, un mese e mezzo per il closing”. A voler dar ragione a Berlusconi, presumibilmente, quindi, nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, la 'Sino-Europe Sports' chiederà ufficialmente a Fininvest una proroga di 30-45 giorni per il closing, che l'azienda, dietro indicazione di Berlusconi, sarebbe anche disposta a concedere. Berlusconi, però, per concedere ulteriore tempo ai cinesi, : più che Presidente onorario, vorrebbe rimanere come Presidente operativo, con pieni poteri decisionali su allenatore, modulo da schierare in campo, . Paletti, questi, che i cinesi potrebbero (anche giustamente) non accettare. Ed in quel caso tornerebbe tutto in ballo. In un mare di incertezza, nel caso in cui si verificasse questo scenario, delle cose sarebbero praticamente certe: il 23 dicembre 2016, a Doha, per la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus, il Milan sarebbe ancora quello di Berlusconi e Galliani. Il quale, in barba a Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, per ora consulenti di 'SES' ma dirigenti del Milan 'in pectore' e già operativi, si sta muovendo sul mercato come se nulla dovesse succedere. Se i cinesi vogliono il Milan, insomma, devono darsi una mossa : Berlusconi ha ripreso forza, ed il coltello dalla parte del manico.
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