Certe notti, quelle che non si scorderanno mai. Si, la notte di ieri, difficilmente, i tifosi del Milan se la dimenticheranno. Ieri sera, in quel di 'San Siro', il Milan ha preso l’ascensore. Ha schiacciato il tasto del piano cui desiderava salire,e, per fortuna, ci è arrivato. Certo, non ancora nella suite dell’ultimo piano, quella dalla quale riesci a guardare il panorama sotto di te, ma, a suo modo, è arrivato in alto.
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CHAMPIONS – Il MILAN torna a sognare: è tempo di vendette
Uno , due e tre: fuori dall’ascensore. Ci esce demolendo la rivale di sempre, prendendosi, nuovamente, le chiavi della sua città. Uno, due e tre; i gol, quelli che hanno annichilito l’ospite neroazzurro, quello che, una volta, aveva prenotata quella bella suite all’ultimo piano. Tre per il Milan, zero per l’Inter. Su il Milan, giù l’Inter, dalle scale prego. Tutto questo nel teatro del derby dell’ascensore; così Mihajlovic, infatti, l’aveva definito alla vigilia: “Sarà un derby ascensore, chi vince sale, chi perde scende”.
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Una gioia devastante, quella che mancava da tempo, troppo tempo, in casa Milan. E’ stato, poi, anche il secondo scontro diretto vinto nel giro di un mese. Anche questo non era una routine di Montolivo e compagni. Prima dell’Inter la vittima era stata, sempre a 'San Siro', la Fiorentina. Una settimana dopo, tuttavia, i rossoneri erano inciampati ad Empoli; adesso, invece, basta scherzi. Il Milan si è rialzato e, redivivo, ha soddisfatto la sua sete di vendetta. Adesso però, tra una rivincita e una vendetta, i rossoneri possono continuare la salita su quell’ascensore. Destinazione? Terzo posto. Si, la notte magica del derby ha detto che, almeno sulla carta, l’Europa che conta è possibile. Escludendo Juventus e Napoli, la banda Mihajlovic ha raccolto sette punti su nove contro le squadre che aveva davanti in classifica; da ricordare, infatti, oltre l’Inter e la Fiorentina, anche il buon pareggio all’Olimpico con la Roma.
Finalmente Miha, dopo vari esperimenti, sembra essere riuscito a collocare i suoi elementi nelle caselle giuste. Precisa è l’identità prodotta dal 4-4-2; costante, invece, l’attenzione messa dal reparto difensivo. Ora, infatti, dietro sembra non si sbandi più. Per i più scettici chiedere a Jovetic e compagni. Adesso, il serbo e i suoi uomini sembrano avere lo stesso sangue. Un DNA dai connotati grezzi, sembrerà agli esteti del pallone, ma, sicuramente, il più idoneo a sposarsi con le caratteristiche del robusto centrocampo rossonero.
“Abbiamo battuto Inter e Fiorentina, abbiamo pareggiato a Roma meritando di vincere. Avevo detto che sarebbe stato un girone di rivincite, ora dobbiamo continuare”. Questa la chiosa di un festante Mihajlovic, dopo la grande vittoria di ieri. Esatto, dice bene il tecnico, continuare. Questo dovrà essere l’imperativo categorico da qui in avanti. , Udinese e Genoa: sarà il trittico di partite per sognare davvero, il guado da superare per poter vedere da vicino le grandi orecchie della Champions League.
Se si guardano le previsioni del tempo, al di sotto di Juve e Napoli, si noterà aria di bufera. Infatti, nelle latitudini più basse, si assiste ad un’Inter in siccità, causata dalla carestia dei gol; anche in Toscana, in casa viola, c’è aria di tempesta, si veda il pareggio di ieri col Genoa. Per questo, Miha, ora, vede in modo nitido Fiorentina e Roma. Da oggi il Milan dovrà voltare pagina, scrivendo nuovi capitoli nel suo libro e proseguendo sulla falsariga tracciata in queste ultime uscite. Insomma, una strada da seguire con convinzione. E, sia chiaro, non è troppo tardi. Non importa quali saranno i budget e le scelte societarie. Ciò che conta sarà un percorso, un obiettivo, un nuovo Milan.
Edoardo Colombo
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