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De Sciglio e Bonaventura ai bambini: “Ecco quali sono i nostri idoli e le nostre passioni”

Donato Bulfon

I calciatori del Milan, Giacomo Bonaventura e Mattia De Sciglio, hanno risposto alle domande di 30 bambini in quel di Milanello, sede del ritiro della Nazionale azzurra

I calciatori del Milan, Giacomo Bonaventura e Mattia De Sciglio, hanno risposto alle domande di 30 bambini in quel di Milanello, sede del ritiro della Nazionale azzurra. Ecco le loro parole raccolte da vivoazzurro.it:

LA PRIMA VOLTA IN NAZIONALE – De Sciglio: “E’ anche bello scoprire nuovi compagni, conoscere di persona e realmente giocatori con cui magari hai giocato sempre contro e li hai conosciuti solo per quei 90 minuti, è molto bello stringere legami e creare un gruppo anche in Nazionale”. Bonaventura: "Sicuramente la prima convocazione in Nazionale è una cosa emozionante, ti ritrovi in un ambiente nuovo insieme a dei giocatori affermati (come ad esempio Pirlo) che per me son sempre stati da poster in camera, e iniziare ad allenarmi con loro e viverli a Coverciano per me è stata la cosa più emozionante di tutte”.

LA MUSICA NELLO SPOGLIATOIO De Sciglio: “Ascoltiamo diversi tipi di musica, in genere canzoni che diano carica, cioè rap, hip-hop o pop". "Quella 'truzza'", sottolinea Bonaventura.

GLI IDOLI Bonaventura: “Io guardavo con attenzione tutti i giocatori che erano un po’ più talentuosi e di fantasia, mi piacevano i giocatori che davano un po’ più di spettacolo, che erano bravi nel dribbling o che facevano giocate anche belle da vedere. Mi piacevano i numeri, i giocatori d’attacco. Non ne avevo uno in particolare, ce n’erano tanti e mi piaceva guardare un po’ tutti”. De Sciglio: “Il mio senza dubbio Maldini, perché son sempre stato milanista e a quell’epoca il Milan vinceva e stravinceva in Italia e in Europa, e Paolo, oltre a essere Capitano, era il simbolo della squadra nonché difensore come me”.

L'EMOZIONE DEL CAMPO – De Sciglio: “Io tante partite ancora le sento, però è anche una tensione che mi permette di concentrarmi al massimo, è una tensione giusta e che mi fa bene”. Bonaventura: “Ormai non sono più tanto teso quando gioco le partite perché oramai ho imparato a gestirle, soprattutto quando ero più giovane magari le partite un po’ di più le sentivo, però adesso più sono tranquillo e più riesco a concentrarmi e ad esprimermi meglio in campo”.

 

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