Il calcio non è una scienza esatta. Le opinioni, sul pallone, cambiano velocemente. Fin troppo. In casa Milan, Mihajlovic è passato da allenatore in bilico a certezza. La grande certezza dei rossoneri. Sì, Sinisa, a marzo, è in corsa per gli obbiettivi richiesti dai piani alti della società: finale di Coppa Italia e terzo posto. Il bicchiere, ora, si è riempito e lo si può guardare mezzo pieno. Certo, non di champagne - come in passato ci si era abituati – ma di una bibita gassata, buona e fresca. Questo, infatti, è un Milan frizzante, una squadra tosta.
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DIFESA, tre per due posti: Sinisa, hai un (dolce) problema
L’undici rossonero è una formazione solida, a partire dalla base: la difesa. Numeri alla mano, si evince la guarigione del quartetto difensivo dell’allenatore serbo: la retroguardia è granitica, ben schierata, e la media voto delle pedine difensive è salita vertiginosamente. La porta di Donnarumma, nel girone di ritorno, è stata infranta solo in cinque occasioni.
Insomma, i difensori milanisti sono guariti. Basta con le amnesie dei mesi passati, basta con gli infortuni dei centrali. A proposito, i centrali. Romagnoli sembra già un veterano, Alex è tornato a livelli altissimi, mentre Zapata - l’ha detto lui - quando è concentrato non ce n’è per nessuno.
Il difensore colombiano, contro il Napoli, ha annullato Higuain, mettendolo a dieta. Romagnoli invece ieri si è preso definitivamente il Milan. L’ex giocatore della Sampdoria ha segnato una doppietta, e ha così ufficializzato: il futuro della retroguardia rossonera sarà suo.
E Alex? Il brasiliano è il vero simbolo della difesa di Mihajlovic. Il numero 33 è un atleta rigenerato: se l’anno scorso si fermò diverse volte ai box per problemi muscolari, quest’anno, inverosimilmente, è una roccia, con una condizione atletica perfetta.
Ora, il Milan è modellato a immagine e somiglianza del suo allenatore. Il 4-4-2 è la miscela messa a punto dal tecnico per far salire di giri la squadra. Insomma, questo è il modulo. E non si tocca. La difesa, a questo punto della stagione, è diventata la vera certezza. I terzini, Abate e Antonelli, stanno inanellando prestazioni ai limiti della perfezione. Ma al centro? Sì, ci sono due posizioni aperte per tre contendenti. E’ chiaro, un centrale dovrà partire dalla panchina.
“Zapata, Alex e Romagnoli sono tre titolari per me. Ma l’unico modo di farli coesistere sarebbe la difesa a tre. Chissà quanto sarebbe contento il presidente..”. Scherza Mihajlovic, ma la scegliere sarà davvero dura: uno dei tre, in virtù del modulo, dovrà star fuori.
E’ difficile immaginare in panchina Romagnoli. Il ragazzino, considerato il nuovo Nesta, deve diventare una tempesta perfetta. E l’unico modo è giocare, dall’inizio. Il Milan , ora, dovrà eleggere il suo partner ufficiale. Per ora si sono alternati Zapata e Alex, precisi nelle ultime partite – ma con alterne fortune in passato. La sensazione è che la scelta varierà di volta in volta, a seconda delle caratteristiche degli avversari. Contro attaccanti veloci, Zapata potrebbe essere favorito; contro centravanti più lenti e pensanti, potrebbero venire utili i muscoli di Alex.
I dubbi di oggi sono anche quelli di domani, visto che con tre giocatori in scadenza, il Milan si sta guardando attorno. Due i nomi caldi: Emanuel Mammana del River e Niklas Sule dell’Hoffenheim. Ma per loro ci sarà tempo. Oggi è necessario pensare al presente, che si chiama Sassuolo.
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