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Ieri sera, a Doha (Qatar), il Milan ha conquistato la sua settima Supercoppa Italiana, il 29° trofeo in 30 anni di presidenza di Silvio Berlusconi, sconfiggendo la Juventus ai calci di rigore. Per il 'Corriere della Sera' oggi in edicola, questo salto verso la gloria, rispetto l'ultima volta che i rossoneri vinsero un titolo (agosto 2011, sempre Supercoppa Italiana, ), ha un significato superiore, perché arriva dopo anni di digiuno e molte umiliazioni.
Simbolo di questo Milan, il suo tecnico , al suo primo trofeo da allenatore dopo le due finali perse, tra cui una, dolorosa, di Coppa Italia alla guida della Fiorentina. Il suo Milan ha sbagliato l'approccio alla gara, è andato sotto in virtù di una rete di , poi, però, ha saputo risalire la corrente, trovare il gol del pareggio con , tra i migliori in campo insieme all'indiavolato spagnolo Suso. E poi, naturalmente, ha ricordato il 'CorSera', c'è , colui il quale, letteralmente, ha messo le mani sul successo rossonero.
Per il giovane Gigio, tre parate, di cui decisiva su Gonzalo Higuaín, oltre al rigore neutralizzato a Paulo Dybala nella lotteria degli undici metri: qui è arrivata la svolta della gara, prima che il croato , con freddezza, tramutasse il tiro decisivo nell'apoteosi della gioia rossonera. La Juventus? Stanca e sfortunata, costretta a sostituire il positivo Alex Sandro e Stefano Sturaro per infortunio, e tradita da 'La Joya': Dybala era stato messo in campo da per una scossa che non è arrivata. Il tecnico livornese deve ancora trovare la quadratura del cerchio sui suoi attaccanti: in caso contrario, il sesto trofeo bianconero, uno più di Antonio Conte, resta per ora un miraggio.
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