Dopo la sorprendente e inaspettata vittoria contro la Juventus, per il Milan è già tempo di campionato. Alle 20.45, infatti, , nell'anticipo del turno infrasettimanale, valevole per la decima giornata di questa stagione. Per parlare del momento più che positivo degli uomini di Montella e della sfida di questa sera, la redazione di Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva un doppio ex della gara, Luca Antonini, ora al Prato, Campione d'Italia con i meneghini nel 2011 (in rosa dal 2008 al 2013) e in maglia rossoblù dal 2013 al 2015.
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ESCLUSIVA PM – Antonini: “Milan, punta alla Champions. Montella leader”
Luca, partiamo dalla gara di questa sera: che valore ha per te e che sfida sarà a 'Marassi'?
"Sicuramente è una partita del cuore, perchè si affrontano due squadre a cui voglio bene e sono molto legato. Una mi ha cresciuta, l'altra mi ha fatto diventare il giocatore che sono, nonostante alcune vicissitudini. Il Milan sta attrasversando un periodo stupendo: gioca bene, vince ed è in una bellissima posizione di classifica. E' secondo e nessuno se lo sarebbe aspettato. Dall'altra parte, il Genoa arriva dalla sconfitta nel derby: sappiamo quando conti il derby a Genova, motivo per cui hanno l'occasione di riscattarsi subito, contro una grande squadra. Sono sicuro che i giocatori del Genoa faranno una grandissima partita. E giocare a Marassi non è mai semplice".
Qual è il segreto della rinascita di questo Milan dopo anni bui?
"Il segreto è nel gruppo: bene o male i giocatori sono gli stessi, evidentemente Montella è riuscito a trovare il bandolo della matassa, riuscendo a formare un gruppo forte, coeso, che riesce a ottenere sempre il massimo con l'umiltà e la semplicità. I rossoneri lottano su ogni pallone, si aiutano e stanno giocando bene. La difesa sta facendo un campionato strepitoso, Paletta e Romagnoli sono due punti indispensabili per questa squadra. Secondo me, quindi, quest'anno il Milan ha la possibilità di dire la sua e fare un campionato di vertice".
Come declini questo vertice? Si può provare a fare qualcosa di più dell'Europa League?
"Non 'si può', si deve. Perchè è un campionato particolare: la Juve è in vetta alla classifica ma non sta giocando da Juve. Il Napoli, per come doveva affrontare questo campionato, non sta facendo bene. La Roma è sempre un punto interrogativo, perchè alterna partite eccezionali ad altre in cui perde con squadre non alla sua portata. I rossoneri dovranno sfruttare queste situazioni per arrivare ad esempio in Champions, partendo bene con la nuova proprietà".
La nuova proprietà, appunto: che effetto ti fa vedere Berlusconi cedere il club dopo oltre 30 anni?
"Fa male perchè sono nato, cresciuto e vivo tuttora con il Milan di Berlusconi E' dunque difficile vedere una proprietà straniera a capo del Milan. Se però il presidente ha preso questa decisione è perchè non riusciva più a mantenere il Milan ad alti livelli, preferendo cedere il Milan a persone che - secondo me - sanno il fatto loro, sanno cosa vogliono e hanno un progetto da portare avanti".
Uno dei chiodi fissi di Berlusconi è stato da sempre vedere giovani italiani in squadra: come commenti l'esplosione recente di alcuni di loro?
"Sono molto felice, perchè in Italia non succede mai che una squadra così importante punti sui giovani. Ciò dimostra che in Italia abbiamo giovani di grandi prospettive. Inoltre, va sottolineato come il settore giovanile del Milan funzioni, e funzioni molto bene. I Locatelli, i Calabria, i Donnarumma o i De Sciglio sono giocatori che escono già pronti dal settore giovanile. Questo fa capire che quanto fatto in questi anni sta dando i suoi frutti, quindi gran parte del merito fa anche al dottor Galliani, che ha sempre fatto un grande lavoro, nonostante il pensiero di alcuni, collegato con i risultati negativi. Inoltre, grande merito a Montella, che è il vero leader di questa squadra".
Anche grazie a loro, in un futuro, il Milan potrà tornare ad avere 'basi umane', che da alcuni anni sembrano mancare in spogliatoio?
"Sicuramente sì, perchè sono cresciuti nel settore giovanile del Milan, quindi sanno cosa vuol dire rappresentare questa società e indossare questi colori. Partendo già da loro e comprando alcuni campioni che permettono di fare il salto di qualità, si avrebbe una base solida su cui ripartire, quindi ci sono diversi buoni presupposti su cui ripartire".
Chiudiamo con un ricordo: c'è qualche aneddoto di spogliatoio che ti è rimasto nel cuore?
"Ce ne sono tanti, ma mi è sempre rimasto nel cuore l'addio di Nesta, Gattuso e Inzaghi. A San Siro, quel giorno, dentro lo spogliatoio c'era tanta gente che piangeva. Un altro, simile, è stato quando Ancelotti dette l'addio al Milan. Eravamo a Firenze: in spogliatoio ci fu un abbraccio generale con il mister. Tanti piangevano, perchè Carlo ha rappresentato un padre per tanti e anche per me, essendo stato il mio primo allenatore in rossonero".
Pianetamilan.it ringrazia la società A.C. Prato per la disponibilità mostrata
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