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ESCLUSIVA PM – Campopiano: “Milan, Fassone l’uomo giusto. Su Galliani e Maldini..”

Pasquale Campopiano, giornalista corriedellosport.it, foto profilo Twitter Pasquale Campopiano
Sono stati mesi difficili, lunghi e complicati. Ma alla fine la firma sul preliminare per la cessione del Milan è arrivata. Noi di PianetaMilan.it ne abbiamo parlato con Pasquale Campopiano, giornalista del Corriere dello Sport, che si è...

Donato Bulfon

Abbiamo imparato a conoscerti in questo lungo periodo di trattative, voci, cordate. Com’è nata questa idea di lavorare sulla cessione del Milan e quindi su tutto quello che poteva riguardare un’operazione così importante?

“Tutto è nato a caso, nel senso che come in tutte le cose della vita e a maggior ragione in ambito giornalistico, la grande notizia nasce da un caso fortuito. Una sera a Roma all’improvviso mi sono ritrovato dentro la storia della cessione del Milan ai cinesi, e quasi non riuscivo a crederci, perché ascoltare che Berlusconi  aveva deciso di cedere il Milan dopo trent’anni, ovviamente per me è stato un colpo non solo giornalistico ma anche psicologico che non mi aspettavo. La prima regola del giornalista è quella di verificare l’attendibilità delle fonti, in questo caso io sono andato sul sicuro, perchè la fonte era davvero attendibile, dato che era interna alla vicenda della cessione. Da lì è nato tutto, precisamente lo scorso 14 aprile. Il giorno dopo, in mattinata, sono arrivato in Redazione del corrieredellosport.it, e ho parlato con l’allora direttore Xavier Jacobelli e gli ho detto “Direttore, io ho questa notizia”, e lui mi ha detto “Vai e scrivi”. Si è fidato di me e da lì è quindi partita una storia per certi versi fantastica, per altri assurda, che mi ha tolto anche il sonno. Ho fatto una scelta difficile, che altri forse non avrebbero fatto, cioè quella di parlarne con i tifosi, perché era una storia così complicata che, per rispetto degli stessi supporters rossoneri, ho scelto di raccontarla ad personam. L’enorme lavoro è stato quello di rispondere volta per volta su Twitter a tutti ed è per questo che ho dovuto fermare Facebook, perché non avrei potuto leggere tutto, e quindi ho scelto di usare Twitter per comunicare con il tifoso e Facebook per il resto. In tanti mi hanno appoggiato, altri mi hanno criticato, e io quando la discussione è rimasta civile ed educata, ho risposto a tutti, sia a chi mi criticava e a chi no”.

La complessità della trattativa, le tante voci, Berlusconi: non è stato semplice…

“La notizia riguardava il Milan, e questo ha reso le cose ancora più complicate, nel senso che il Milan è Silvio Berlusconi, e quando lui muoveva anche solo un semplice passo, il tifoso sbandava: tutti gli episodi di questi mesi, sono esemplificativi. Quando ad esempio Berlusconi diceva di voler vendere solo a compratori italiani, si è creato il caos e il panico generale. Quando il presidente è stato operato, molti pensavano che fosse una mossa tattica, che lui tergiversasse per non vendere il Milan, mentre lui stava davvero male tanto da doversi operare al cuore. Quando fece la battuta a fine campagna elettorale, “Vendo ai cinesi che mangiano i bambini”, il Web fu completamente spiazzato, fino a quando è arrivato il giorno dell’uscita dall’ospedale, e lì la situazione ha preso piede in maniera definitiva, quando cioè Berlusconi ha detto: “Sto vendendo il Milan ai cinesi, perché mi hanno dato le garanzie richieste”. Da quel momento il discorso è stato in discesa, anche se gli ultimi giorni, con il salto di Galatioto e Gancikoff e tutto quello che è successo, sono stati complicatissimi”.

Avresti pensato che alla fine le cose sarebbero andate a finire in questo modo?

“Sono stato sempre convinto che si arrivasse alla firma del preliminare, questo lo dico perché dalle mie fonti risultava che Fininvest volesse vendere al 100% il Milan, e nello specifico anche Berlusconi aveva intenzione di cedere il club. Essendo il padre padrone del Milan, il presidente ci teneva a vendere in mani sicure e lo ha fatto solo quando ha avuto le rassicurazioni che cercava, i cosiddetti piani di investimento chiesti ai cinesi. Io personalmente sono stato sempre sicuro, ma non nascondo che negli ultimi giorni ho vacillato anche io, quando la situazione era diventata un po’ troppo complicata, ma di base ero sicuro che Fininvest volesse vendere”.

Parliamo del Milan nel futuro prossimo.  Fassone è l’uomo giusto?

“Sì, Fassone è un grande manager. Lui è partito dalla Ferrero, in pratica dalla Nutella, per arrivare a curare il marketing della Juventus e tra l’altro so che lui curò in prima persona uno dei primi club bianconeri in Cina, quindi ha avuto contatti diretti con l’Oriente, cosa che in pochi sanno. So anche che,  quando è passato al Napoli, Fassone ha mantenuto contatti con la Cina e lo stesso poi all’Inter.  Per quanto riguarda il Milan, Fassone è l’uomo scelto dai cinesi già mesi fa, con il suo nome uscito già all’inizio della trattativa. Premetto che questa trattativa è partita un anno e mezzo fa, prima ancora di Mr Bee, poi questa cordata, che è la stessa di Galatioto e Gancikoff, che poi sono saltati come advisors, ma la cordata è la stessa, si è chiamata fuori quando  Berlusconi si è presentato con Mr Bee, perché hanno visto che era un’operazione talmente mediatica che doveva essere curata ai minimi dettagli, e per questo si sono fatti un attimo da parte. Quando con Bee è tutto fallito, i cinesi sono stati talmente testardi nel volere il Milan da rientrare in scena, con la stessa cordata che oltre un anno fa aveva chiesto informazioni a Fininvest, che cioè è quella che ora sta comprando il Milan. Certo, il discorso è molto complesso, ma nonostante alcune modifiche, di base gli investitori erano gli stessi cioè Han Li, Yonghong Li, la Sino Sports Europe, che è stata creata a maggio, ma l’idea c’era già un anno e mezzo fa. Poi è successo di tutto, ma credo che la scelta di Fassone sia un segnale diretto e chiaro: si sta mettendo un paletto con quello che è stato il Milan fino a ieri, e si sta cominciando a costruire il Milan di domani, con tutte le incognite del caso, dato che ancora non conosciamo tutti gli investitori. Al momento conosciamo due investitori, Han Li e Yonghong Li, e due entità, la Sino Sport Europe Investment e il fondo Haixia, che da quello che si è appreso, avrebbero entrambe il 15% del Milan, cioè in totale il 30%, e sapendo che stiamo parlando in una vendita del 99,3% del club (lo 0,7 è dei piccolo azionisti, ndr), il restante 69,3% è tutto da vedere. Io personalmente non ho esultato alla notizia della firma del preliminare, prima perché ancora non è il closing ma solo un preliminare, e poi perché ci sono ancora molte cose da capire. Cioè il tipo di operazione completa che i cinesi stanno costruendo”.

In tutto questo, la sensazione è positiva?

“Certo, per me lo è. Il tutto avallato dalla scelta di Fassone e di un nuovo Ds, dato che lo stesso Fassone è un manager e non può fare un ruolo di campo, oltre che dallo sblocco di nuovi fondi, i famosi 15 milioni liberati da Berlusconi che non sono altro che la caparra. La gente pensa erroneamente che i 100 milioni siano garantiti per il mercato, ma le cose sono leggermente diverse. In realtà Fininvest ha garantito 100 milioni, 15 subito e 85 entro 35 giorni: questa cifra sono in realtà i soldi della penale, che in caso la trattativa saltasse, Fininvest tratterebbe, perché i cinesi, come da accordi, li versano nel giro di un mese. Ovviamente questi soldi non sono per forza destinati al mercato: Fininvest, forte della certezza di incassarli sia nel caso di buon esito o meno della trattativa, può scegliere se destinarli al mercato o meno. Ecco perchè Berlusconi ha detto sì a Galliani per altri 15 milioni, perché sa che i 15 milioni sono entrati e vuole destinarli all’acquisto di un centrocampista perché Montella ha chiesto proprio questo rinforzo. Gi altri 85 arriveranno a mercato chiuso, per questo Fininvest che è ancora proprietaria del Milan, deve fare una scelta: fermarsi, dato che l’anno scorso le cose non erano andate bene con Bee, oppure investire, consapevole che tanto quei soldi ci saranno sicuramente. E’ quindi una scelta che spetta a Fininvest, per una fase che continua ad essere di mercato condiviso. Faccio un esempio: se domattina Fininvest volesse acquistare Isco, dovrebbe avere sempre l’avallo dei cinesi. E’ come se in questo momento il Milan avesse due proprietari, uno che vende ed uno che compra”.

Premessa la buona riuscita della trattativa, quale sarà il futuro di Galliani?

“Credo che virtualmente sia già fuori, nel senso che Galliani chiuderà la sua esperienza rossonera con Berlusconi, dato che è un personaggio legato a doppia mandata con il presidente del Milan. Ed è uno che non si limiterà ad essere consigliere o consulente dei rossoneri: Galliani vuole operare in prima persona e quindi con ogni probabilità non sarà l’Ad dei cinesi. Sulla trattativa io lascio comunque sempre una porticina aperta: per il momento tutto, nonostante il caos e i ritardi, è andato per il verso giusto, però arriviamo al closing di novembre o dicembre, e allora lì avremo la certezza che tutti i tasselli siano a posto”.

Entrerà in società qualche vecchia gloria rossonera? Maldini o chi altro?

“Certo, Maldini è un nome forte, ma dipenderà anche da lui. Ricordo che questo non è un momento facilissimo per lui, avendo perso i genitori da poco tempo e ci sono tanti fattori da valutare. Comunque lui, Albertini, Franco Baresi, Costacurta, sono nomi che sono circolati nei corridoi degli acquirenti cinesi. Di Maldini sono sicuro perché ho saputo da fonti certe che il suo nome è circolato e c’è stato anche un contatto. Tutto dipenderà da quello che accadrà nelle prossime settimane e dipenderà anche da lui stesso. Sugli altri so che il piano di rilancio cinese prevede la presenza di bandiere storiche inserite in un contesto industriale, affinché diano visibilità al Milan in Oriente. Ricordo che i rossoneri hanno iniziato ad avere tanti tifosi in Cina e Giappone grazie ai successi targati Gullit, Rijkaard e Van Basten, ma anche dopo con Shevchenko e Kakà, cioè quando il Milan vinceva tutto. I nomi circolati di questi ex grandi giocatori sono tutti buoni per il piano cinese”.

Da qui a fine agosto, arriverà qualcuno dal mercato o senza la cessione di Bacca rimarrà tutto pressoché immutato?

“Secondo me il centrocampista arriva, perché Montella lo ha chiesto, grazie anche ai 15 milioni liberati da Berlusconi. Per il resto dipenderà molto dalle cessioni, se verrà ceduto Bacca o qualcun altro, anche se credo che in questo mercato non vedremo grossi movimenti. I soldi veri si vedranno nel mercato di gennaio, con il closing definito. Questa tranche, cioè i 15 milioni subito e gli 85 tra 35 giorni, infatti, sono soldi per la penale, ma alla firma del closing entreranno circa 120 milioni, cioè un terzo dei 350 milioni promessi in tre anni. E questi saranno soldi freschi che potranno essere utilizzati per il mercato. I tifosi dovranno avere pazienza e fiducia, ma è chiaro che la politica cinese è molto oculata, come ad esempio sta succedendo anche all’Inter che si sta muovendo con i piedi di piombo. I cinesi pianificano, guardano al minimo dettaglio il tutto e poi investono. E così sarà anche per il Milan”.

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