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ESCLUSIVA PM – Jacobelli: “Milan, chi comanda? Ai rossoneri serve sempre uno schiaffo per reagire”

Luca Fazzini

Per commentare il delicato momento rossonero, Pianetamilan.it ha contattato Xavier Jacobelli, direttore di corrieredellosport.it e tuttosport.com

Per parlare del momento delicato del Milan, in particolare per commentare la sfida dell'Olimpico contro la Roma, la redazione di Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva Xavier Jacobelli, direttore dell'edizione online del corrieredellosport.it e di tuttosport.com.

Direttore, il Milan visto a Roma è un nuovo Milan? Bisogna ripartire da qui per sperare in una seconda parte di stagione migliore?

"Intanto, la sfida dell'Olimpico è la dimostrazione di come il Milan giochi meglio in trasferta, soffrendo la sindrome di San Siro, tant'è è vero che secondo me i fischi e le critiche dei tifosi sono legittimi: da troppi anni, infatti, il Milan sta offrendo un rendimento inferiore alle aspettative di milioni di sostenitori. Il secondo tempo di Roma è incoraggiante per la reazione allo svantaggio, per il pareggio e per la capacità di mettere in crisi la squadra di Garcia, che peraltro non vive un momento esaltante. Bisogna continuare, ripartire ed insistere da lì".

Ripartendo, quale può essere l'obiettivo di questa stagione, tanto in campionato quanto in Coppa Italia, visto che mercoledì c'è il Carpi e il Milan - secondo la carta - può avere la strada spianata fino alla finale?

"Partirei proprio dalla Coppa Italia perchè deve essere il primo trofeo e il primo obiettivo che il Milan deve inseguire in questa stagione. Sappiamo infatti cosa significhi vincere la Coppa Italia, a livello di qualificazione in Europa League, quindi sarà fondamentale cercare di vincerla. In Campionato, invece, dovrà approfittare dell'equilibrio che c'è alle spalle del trio di testa per capire se sia possibile arrivare a qualificarsi direttamente in Europa League. Il terzo posto, in questo momento, alla fine del girone d'andata, mi sembra un obiettivo irraggiungibile a causa della qualità. Il gioco del Milan è inferiore rispetto a diverse squadre che gli stanno davanti".

E' Mihajlovic uno dei problemi?

"Assolutamente no".

Allora su cosa deve lavorare il tecnico rossonero?

"Innanzitutto sarebbe interessante capire chi comanda dentro il Milan, perchè da quando c'è questa cooperazione tra Berlusconi e Galliani non c'è stata una definitiva chiarezza: la formula del diavolo a due teste non funziona. Siamo ormai a un anno e tre mesi dal fatidico comunicato all'Ansa di Barbara Berlusconi del 3 novembre 2014. In secondo luogo, il Milan deve interrogarsi sui troppi errori commessi sul mercato negli ultimi anni, da quando ha sciaguratamente scaricato Pirlo nel 2011 pensando che fosse finito. Da lì non ha più trovato un centrocampista all'altezza di Pirlo, perchè il vero problema è la mancanza di un regista, di un ispiratore di gioco che crei i tempi del gioco della squadra".

Occorre quindi sperare in mr. Bee se il problema è il duo Galliani-Berlusconi?

"Il problema è che Galliani, ma soprattutto Berlusconi - perchè se dipendesse da Galliani comprerebbe molto, ma ovviamente ha un limite di budget legato al bilancio -, devono dire che fine ha fatto Bee Taechaubol. A cavallo tra il luglio e l'agosto scorso c'è stato un incontro ufficiale davanti alle telecamere dove venne detto che il sign. Taechaubol sarebbe entrato l'indomani nel Milan acquistando il 48% della società, in cambio di 480 milioni di euro. Siamo a metà gennaio e questa cosa non è ancora accaduta, quindi penso che i tifosi del Milan abbiano il diritto di sapere a che punto sia questa interminabile trattativa".

Tornando al campo, manca - come dice lei - un nuovo Pirlo. Il Milan può e deve approfittare del mercato di gennaio?

"In questo momento l'obiettivo dovrebbe essere Witsel: Witsel ha le caratteristiche per far fare il salto di qualità al centrocampo del Milan, ma costa 25 milioni. E' un cane che si morde la coda: se non si sa quando, come e dove arriveranno i soldi di Taechaubol, l'attività del Milan sul mercato debba limitarsi ad esempio a trovare una sistemazione a El Shaarawy dopo una beffa del Monaco costata 13 milioni di euro. La svolta la può dare solo un grande centrocampista, ma uno da Milan".

Bertolacci quindi non basta?

"Ma non è colpa di Bertolacci, nè di Romangoli, un altro che è stato pagato molto come l'ex Genoa. Quello è un problema del Milan. Non si può pensare che Bertolacci sia il regista di cui ha bisogno il Milan. E' un ottimo centrocampista che fa il suo, che ha precise caratteristiche tecniche e che secondo queste caratteristiche deve essere impiegato. Ma in un centrocampo dove ci sono Kucka, Bertolacci e De Jong - giusto per fare qualche nome - come si può pensare che da qualche parte nasca l'ispirazione?".

Chi sono dunque i suoi migliori e peggiori di questa prima parte di campionato in casa Milan?

"Sicuramente tra i migliori Donnarumma, e qui bisogna lodare anche il coraggio di Mihajlovic. Lanciare tra i pali del Milan un ragazzo di 16 anni e ottenere in cambio questo rendimento significa innanzitutto che il tecnico ha coraggio e conosce bene le qualità di Donnarumma. Lui è sicuramente una delle rivoluzioni più belle. Dopodichè, Bacca e Luiz Adriano sono partiti bene ma poi si sono smarriti. Montolivo, purtroppo, ancora una volta non ci ha fatto capire che tipo di giocatore sia. E' vero che alle spalle aveva i postumi del gravissimo infortunio, ma non è lui l'uomo in grado di risolvere i problemi del Milan. Vedo che De Sciglio sta migliorando, mi auguro di vedere il giocatore che precedentemente all'infortunio si conquistò la Nazionale due anni fa, ma in generale mi sembra una squadra che ha sempre bisogno di ricevere uno schiaffo o di subire un gol per poi reagire e quindi ciò non è un sintomo incoraggiante, fermo restando che il secondo tempo di Roma è stato sicuramente molto molto positivo".