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In vista della sfida di lunedì sera tra Milan e Napoli, la redazione di Pianetamilan.it ha contattato in esclusiva Massimo Oddo, doppio ex della sfida del San Paolo. L'ex difensore, ora allenatore del Pescara in Serie B, cresciuto nelle giovanili dei rossoneri, ha giocato con il Napoli nella stagione 1999/2000 (45 presenze ed una rete in B), tornando poi al Milan nel 2007 (80 presenze e 2 reti), vincendo una Champions (2007) e uno Scudetto (2011). In mezzo il Mondiale vinto con l'Italia nel 2006.
Buongiorno signor Oddo. Si avvicina la gara tra Napoli e Milan che si sfideranno lunedì sera al San Paolo. Lei ha giocato un anno a Napoli e poi nel Milan, come pensa andrà a finire la partita?
“Penso che sarà una bella gara, dato che si incontrano due squadre che stanno facendo un buon campionato. Il Napoli sta facendo benissimo, ma anche il Milan è in netta ripresa. Poi saranno di fronte due compagini a cui piace giocare, non sono squadre che si chiudono e daranno vita sicuramente ad una bella partita. La gara è aperta a tutti i risultati, quando si incontrano due grandi squadre può succedere veramente di tutto”.
Il Milan sembra aver trovato un equilibrio di squadra, dove possono arrivare i rossoneri? La Champions è un obiettivo reale?
“Credo di si, perché la rosa del Milan è competitiva, e nonostante abbia avuto qualche difficoltà all’inizio, ora ha trovato una certa quadratura. Se avrà la continuità giusta, ha tutte le carte in regola per raggiungere un obiettivo importante”.
Come valuta il lavoro di Sinisa Mihajlovic? E’ dura essere messo spesso sulla graticola in una piazza difficile come quella rossonera, lo abbiamo visto lo scorso anno con Inzaghi.
“Ad ogni allenatore deve essere data la continuità e il tempo per poter fare qualcosa di importante, e non lo si fa in pochi mesi e lo si fa con un progetto. Il Milan è da un po’ di anni che è in fase di ricostruzione, e l’unico modo per uscire da un momento difficile quando si inizia un nuovo ciclo è quello di dare continuità con un progetto strutturato. Spero che al centro ci sia la figura di Sinisa perche è un bravo allenatore, lo ha dimostrato ma ha anche il giusto carattere per riprendere un po’ il discorso di qualche anno fa. Ci vuole un po’di pazienza, ma adesso le cose stanno andando bene e i risultati gli stanno dando ragione”.
Sono i giorni in cui si festeggiano i 30 anni di presidenza Berlusconi. Ha un ricordo particolare della sua esperienza rossonera e del Presidente? Cosa è cambiato rispetto a quegli anni?
"Ovviamente ho un grande ricordo del Milan. Una società che mi ha dato l’opportunità due volte, non una. La prima volta di essere preso nel settore giovanile, nel quale ho fatto la mia prima bella esperienza da ragazzino e poi quella di ritornare tra i grandi dopo tanti anni che mi ha dato la possibilità di vincere tutto. Un bellissimo ricordo e una parentesi incredibile della mia vita calcistica e sarò sempre riconoscente a questa società e al presidente che da tanti anni, trenta appunto, ha reso il Milan vincente”.
Berlusconi farebbe bene a vendere? E’ possibile vincere senza capitali stranieri?
"Dipende dalle potenzialità dei presidenti, e dalla voglia di investire. Una volta si facevano investimenti maggiori, adesso ci sono grandi potenze che vengono dall’estero, soprattutto dall’est e dall’Oriente che hanno enormi potenzialità economiche e non consentono ai presidenti di oggi di mantenere il passo. Quindi inevitabilmente - per forza di cose - ci vuole un qualcosa che possa pareggiare le enormi potenzialità economiche delle altre squadre europee”.
Allenerebbe mai il Milan sapendo di avere a che fare con un Presidente così esigente?
“Questo è ovvio, chi non direbbe sì al Milan. Se facciamo questa domanda ad un qualsiasi allenatore, credo che la risposta sia sempre affermativa. E’ il sogno di ogni allenatore quello di arrivare in serie A e in una grande squadra. Il Milan è una delle prime squadre d’Italia, con una storia importante alle spalle, quindi è il sogno di qualsiasi allenatore. Io sono ancora giovane, devo fare il mio percorso, il mio sogno per ora è fare qualcosa di importante qui a Pescara”.
Vede un suo erede nel panorama nazionale, cioè un giocatore che per caratteristiche ricordi un po’ il Massimo Oddo calciatore?
“A me di solito non piace fare paragoni, perché credo che ogni giocatore sia diverso l’uno dall’altro, sia per le diverse sfumature e le diverse caratteristiche di ognuno. Io ero un terzino di spinta, votato all’attacco, poi con il tempo ho imparato meglio a difendere, soprattutto quando si va in grandi squadre e non si può saper fare solo una cosa. Oggi c’è un po’ di carenza soprattutto nei terzini che sappiano fare le due fasi, ce ne sono tanti ma pochi davvero completi”.
Nella sua carriera da giocatore, lo ha soddisfatto di più la vittoria del Mondiale con l’Italia o la conquista della Champions con il Milan? Quale delle due vittorie è stampata nel cuore di Massimo Oddo?
“Sono enormi soddisfazioni, però è inevitabile che avendola vissuta da protagonista in campo nell’undici titolare per tutta la fase finale della Champions League, è normale che sono un po’ più legato alla Champions perché l’ho vissuta da protagonista”.
La ringraziamo per la disponibilità.
“Grazie a voi”.
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