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Giornata importante in casa Milan, dove Fininvest ha firmato il preliminare insieme alla cordata cinese da Han Li per la cessione del Milan. Per fare chiarezza e analizzare i dettagli di questa trattativa, la redazione di SkySport ha contattato Alberto Forchielli, partner fondatore di Mandarin Capital Partner, una società che ha rapporti tanto con aziende italiane quanto con aziende cinesi.
Sul coinvolgimento del governo: "E' strano, è un'anomalia che dietro ci sia lo stato. Non so se hanno cambiato strategia i cinesi, consentendo ai gruppi statali di investire, o se al momento della firma non si presenteranno a causa della mancata autorizzazione. Quanto è stato firmato oggi va convalidato da 3 organi statali cinesi: il ministero del commercio, la commissione dello sviluppo nazionale e la banca centrale di Cina. Certe volte i cinesi si avventurano in simili cose, altre volte cambiano direzione inaspettatamente".
Sull'azienda: "E' una società statale con caratteristiche regionali: appartiene infatti ad una provincia di fronte a Taiwan. L'iter burocratico è sempre complicato: l'investitore cinese firma un preliminare con una sospensiva di 90 giorni per avere alcune autorizzazioni dallo stato, da un minimo di 3 a un massimo di 5: un'altra complicazione potrebbe essere collegabile ad un'autorizzazione che non viene data. Ora i gruppi internazionali si tutelano con delle cifre con break up fee di 100 o 200 milioni, soprattutto ora con la valuta in calando al 90° giorno non arriva l'autorizzazione, senza un sì o senza un no. Quando si parla con i cinesi voglio sempre vedere il bonifico sul conto.
Sulla cordata: "Cambia poco perchè non si è mai saputo nulla: anche la cordata precedente era anomala, il business di comprare squadre di calcio è iniziato da privati che vogliono metterci la faccia, fare una cordata non è tipico dei cinesi, è molto vago. Fosse una cordata sarebbe un flagello gestionale: non sapendo nulla di calcio e dovendo gestire il consenso all'interno di una cordata, con i cinesi incapaci di delegare, vedo tutto molto difficile ed un'operazione ancora liberaria, sotto l'aspetto gestionale e finanziario. Questo gruppo statale che gestisce 5 miliardi di euro è cino-taiwanese, e non capisco come una cosa mista simile possa entrare nel Milan. Tutte le mosse dei cinesi sono inquadrate nel miglioramento personale, ma questa cordata sconosciuta totalmente investita in progetti infrastrutturali non si capisce. E' difficile che i cinesi si affidano a gente non cinese, non devono coordinarsi non gli schemi degli altri".
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