Adriano Galliani ha parlato a Milan TV per lo speciale appuntamento con 'Milan Talk': l'AD ha detto la sua sulla Serie A e gli stadi. Ecco le sue parole.
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Galliani e gli stadi: “E’ un problema da risolvere, la Serie A deve tornare quella di prima”
Sul cambiamento del calcio, anche in tv: “E' cambiato completamente tutto, soprattutto la gerarchia degli sport, visto che il calcio è diventato lo sport più importante e la televisione ha cambiato il calcio europeo. Negli anni 60 non c'erano gli introiti televisivi quindi era completamente tutto diverso, adesso invece con i diritti tv sono cambiate tutte le gerarchie calcistiche. In passato le squadre del Belgio e l'Ajax erano molto importanti perché avevano i campioni in casa, adesso invece è più difficile trattenere i grandi giocatori”.
Sugli stadi di proprietà, come nel caso dello 'Juventus Stadium': “La Juventus ha inaugurato lo Stadium nel 2011 e sta vincendo da 5 anni: uno dei meriti è sicuramente lo stadio, in cui tutto è organizzato in maniera perfetta. Gli stadi incidono assolutamente sui ricavi anche se i ricavi televisivi sono ancora più decisivi, gli introiti della Premier League non hanno eguali al mondo. Arriveremo in futuro ad importare il loro modello in cui appena si compilano i calendari si sanno già esattamente tutte le partite in che giorno si disputeranno. Per quanto riguarda gli stadi, da noi sono vecchi, e il problema principale sono le piste d'atletica, non è possibile questa cosa, per vedere le partite bisogna stare vicino al campo. L'atletica vada da altre parti. San Siro comunque è un bellissimo stadio”.
Un problema da risolvere: "Sicuramente è il peggior problema del calcio italiano, infatti nelle prime file degli stadi non si vede assolutamente nulla. Uno stadio vuoto ti dà una sensazione che lo spettacolo non esiste, inoltre gli stadi pieni serve a vendere meglio il prodotto perché ti dà la sensazione di essere in un evento importante. Dobbiamo assolutamente risolverlo: se riusciremo a farlo, la Serie A ritornerà a essere un punto di arrivo e non un punto di passaggio”.
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