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A volte ritornano. I tifosi se lo augurano. Quasi tutti vorrebbero, scrive La Gazzetta dello Sport, che le bandiere che hanno segnato la storia del club rossonero tornassero ad occuparsi di Milan. Non solo per motivi affettivi, ma anche perché quasi tutti pensano che la crisi del Diavolo abbia come principio l'addio del nucleo storico. Gli ultimi (Alessandro Nesta, Gattuso, Inzaghi, Clarence Seedorf) hanno dato il colpo di grazia, ma i problemi nascono qualche anno prima e sono tantissimi i tifosi che si augurano già da allora di vedere quelle figure in società. I nomi sono sempre i soliti, saltano fuori a ogni occasione utile, ma per ora non si sono mai concretizzati.
Questa, però, potrebbe essere la volta buona: il Milan ripartirà con una proprietà totalmente nuova che sembra sia disposta e abbia la volontà di accogliere un grande ex in dirigenza. O forse due. Scelta strategica dal duplice obiettivo: affidarsi a persone che conoscono bene l'ambiente e possano fare da collante è il primo, mentre il secondo riguarda i tifosi, visto che con l'ingresso di una bandiera buona parte del pubblico sarebbe già "ingraziata". I nomi, come detto, sono i soliti: Demetrio Albertini, Alessandro Costacurta e Paolo Maldini, il più richiesto. In passato c'è stato qualche contatto, ma niente di più. Ma che ruoli potrebbero avere? Le riflessioni devono partire dalla figura di Adriano Galliani. Si sa che dopo il closing entrerà in scena Marco Fassone, che assumerà le cariche di a.d. e d.g. mentre a Galliani sarà offerto un ruolo di consulente. Questo sarebbe un modo per conservare un patrimonio dirigenziale senza eguali. E poi il ruolo di consulente non "declasserebbe" il vecchio a.d. Se Galliani accettasse sarebbe difficile vedere qualche bandiera in società, per vari motivi.
Nel caso in cui, invece, decidesse di intraprendere altre strade si creerebbe lo spazio per i senatori. Albertini porta con sé un'esperienza dirigenziale ad alto livello e potrebbe ricoprire il ruolo di d.g. Se invece la scelta cadesse su Maldini o Costacurta il ruolo da loro svolto sarebbe più vicino alla squadra, così da fare da collante con la società. Insomma, Fassone dovrà scegliere quale, tra le tante figure del passato glorioso rossonero, tenere in società. Un pezzo di storia, in ogni caso, rimarrà sempre fuori.
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