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Sono ormai anni, da quando è al Milan, che Keisuke Honda in estate non sa mai cosa gli sta riservando il futuro. Ormai, probabilmente, ci ha fatto l'abitudine. Al rientro a Milanello c'è sempre da affrontare il solito punto interrogativo: in che posizione della gerarchia si trova? O, addirittura, rientra nei piani del nuovo tecnico? Definire la sua avventura rossonera sfortunata è forse riduttivo. Ha lasciato il CSKA per un club che pensava fosse tra i top in Europa, salvo poi non vederla più, l'Europa. Senza parlare, scrive La Gazzetta dello Sport, del ruolo che ricopriva in squadra, che ha perso sbarcando in Italia. Di certo il fatto che in due anni e mezzo Honda abbia avuto sei allenatori non lo ha aiutato. E, con tutti, ha dovuto faticare. Ogni anno la stessa storia: il giapponese parte dietro nelle gerarchie, ma poi si prende un posto da titolare e nessuno lo tocca più, diventando il perno del Milan.
Lo scorso anno, per esempio, Sinisa Mihajlovic l'ha tenuto in panchina per undici gare di seguito, salvo poi tirarlo fuori dal cilindro nel momento del bisogno e piazzarlo sulla fascia destra senza più toglierlo. Si è reso conto, infatti, della capacità del numero 10 di garantire equilibrio. Adesso, Vincenzo Montella ha chiarito che andrà valutato e il giocatore un paio di mesi fa aveva spiegato: "Non so se il Milan vuole tenermi e non so se resterò". Nella tournée negli USA è sempre partito dalla panchina. Il suo agente è atteso a Milano e in queste ore parlerà col giocatore, per poi andare direttamente dal Milan. Un eventuale arrivo di Juan Cuadrado, per esempio, sarebbe il colpo di grazia. Ma se anche stavolta partisse da retrovie per poi superare tutti nessuno si sorprenderebbe.
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