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Sassuolo-Milan 2-0, . Una doppia trasferta che avrebbe potuto, e dovuto, nelle intenzioni del Milan, far decollare la squadra rossonera nelle zone altissime della classifica, ha, al contrario, fatto ripiombare gli uomini di Sinisa Mihajlovic nella crisi e nelle incertezze di inizio campionato, e quasi annullato due mesi di ottimo calcio e buoni risultati collezionati dal Milan.
La Champions League è ormai definitivamente sfumata, con la Roma distante 11 punti ed in uno stato di grazia tale da non far pensare ad una rimonta rossonera e, per Riccardo Montolivo e compagni, adesso, sarà di vitale importanza rimettersi in carreggiata, e ricominciare a vincere, già dalla prossima gara interna contro la Lazio (domenica 20 marzo, ore 20.45), quantomeno per blindare il sesto posto dagli assalti del Sassuolo e della stessa formazione biancoceleste.
Il Milan dovrà, difatti, pensare, almeno fino a maggio, esclusivamente al campionato. Ora, il rischio di un 'rilassamento' fisiologico, e di un calo fisico, per farsi trovare pronto alla finale di Coppa Italia del prossimo 21 maggio, è concretamente dietro l'angolo. Ci hanno, però, pensato i senatori della squadra, Christian Abbiati ed Ignazio Abate, a tenere altissima l'attenzione, e la tensione, in casa rossonera, nell'immediato post partita di Verona. Abate, , si è dimostrato molto amareggiato per aver perso gli ennesimi punti nel corso del campionato, su un campo ostico, certamente, ma sicuramente alla portata del Milan. “Senza cattiveria non andremo da nessuna parte e adesso arrivano partite difficili e c’è la finale di Coppa Italia da giocare, altrimenti a fine anno ripeteremo sempre le solite cose – ha tuonato Abate -. Le nostre caratteristiche sono queste, non siamo una squadra che si può permettere di non essere cattiva”.
Se il biondo laterale di Sant'Agata de Goti ha tirato in ballo l'atteggiamento mentale della squadra, chiedendo maggiore applicazione da parte di tutti, Abbiati, entrato quest'oggi a Verona a gara in corso per via dell'infortunio occorso a Gianluigi Donnarumma, ha scosso l'ambiente con delle affermazioni piuttosto dure, da vero leader, che ricordano, in parte, quelle enunciate da Gianluigi Buffon dopo Sassuolo-Juventus dell'andata, ed in seguito alle quali i bianconeri hanno cominciato a volare. A 'Sky Sport', , contro Sassuolo e Chievo, perché “al Milan questo rilassamento non ci deve essere”, ed ha cercato di incitare il gruppo a fare di meglio, sin da subito. “Bisogna capire il perché del calo, non deve avvenire. Siamo il Milan, veniamo da due stagioni disastrose, non possiamo permettercelo – ha sottolineato con veemenza Abbiati -. Non credo che i miei compagni si accontentino del sesto posto, non ci voglio credere. Così non va bene, domenica sicuramente ci sarà sicuramente un altro atteggiamento. E’ la prima cosa da cambiare”.
Parole ribadite, con ancora più forza, semmai ce ne fosse bisogno, , dove l'esperto portiere rossonero, classe 1977, si è detto “senza parole” per l'atteggiamento sbagliato di oggi, “infastidito” dalle rispostacce dei suoi compagni all'allenatore quando richiamati, e contento di aver raggiunto la finale di Coppa Italia, ma di come questo traguardo non debba giocoforza condizionare gli ultimi due mesi di campionato. Dove la squadra, per inciso, è chiamata a tirare fuori gli attributi, ed a reagire, per non vanificare un campionato positivo, almeno nell'ultimo periodo, ed al termine del quale il Milan potrà rientrare a giocare comunque in Europa dopo due stagioni di astinenza.
I senatori, quelli che, oggi, incarnano , dunque, scuotono la squadra, come è giusto che sia. I richiami di Abate e Abbiati, però, sollevano qualche legittimo dubbio nella mente di tifosi ed addetti ai lavori: che lo spogliatoio del Milan non sia propriamente così unito come qualche tempo fa? I fastidi ai quali si riferisce Abbiati quando parla di 'anche un compagno su undici che non ha lo stesso atteggiamento' lo lascerebbero pensare. L'auspicio, in casa Milan, è che con il recupero di Montolivo, leader silenzioso ed importante sul terreno di gioco, unitamente ai richiami all'ordine di chi ha il rossonero tatuato sulla pelle ed impresso nel cuore, possano ricominciare a produrre il prima possibile risultati accettabili.
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