Due sono le cose che accomunano Milan e l'Atalanta in questo sorprendente inizio di stagione: le due compagini, divise da un solo punto in una classifica che le vede posizionate oltre ogni più ottimistica previsione, fanno infatti della loro rosa giovane e nostrana i loro punti di forza. Lo stesso presidente Silvio Berlusconi, nelle dichiarazioni post-derby, ha voluto porre l’accento su come il suo Milan si debba ispirare all’esempio portato dall’Atalanta, protagonista grazie ad una formazione per 7/11 italiana e con giovani bravi e meritevoli di considerazione.
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Il Milan guarda all’Atalanta. Berlusconi: “Ha giovani interessanti”
Dietro a tutto ciò c’è un solo segreto: programmazione e lungimiranza. A parte Andrea Petagna, cresciuto nel settore giovanile del Milan, tutti gli altri ragazzi che si stanno imponendo sono cresciuti nel vivaio bergamasco e quindi sono, a tutti gli effetti, degli atalantini doc: Mattia Caldara, Roberto Gagliardini e Andrea Conti sono solo gli ultimi esempi. Il CIES Football Observatory, un autorevole centro studi svizzero, ha preso in esame i dati relativi agli undici titolari nel periodo luglio-novembre 2016 dei cinque maggiori campionati europei (Premier, Liga, Bundesliga, Ligue 1 e Serie A) ed i risultati sono evidenti. Milan ed Atalanta sono le due squadre con l’età media più bassa della Serie A, posizionandosi, a livello continentale, rispettivamente al 12° ed al 27° posto. Per la cronaca l’età media dei rossoneri è di 25,37 anni.
Gli scudetti dei Giovanissimi e degli Allievi, ottenuti nella stagione 2015/16, sono la dimostrazione che la linea continua ad essere tracciata anche per l’immediato futuro. L’Atalanta non sta facendo altro che raccogliere lo straordinario lavoro di mister Valter Bonacina alla guida della Primavera, di Maurizio Costanzi nello sviluppo della rete di osservatori ed il coraggio di Gian Piero Gasperini, che, quanto a valorizzazione dei giovani, è un autentico maestro sin dai tempi in cui allenava la Primavera della Juventus (dove ha vinto praticamente tutto). La sua prolungata esperienza nel Genoa è la dimostrazione di questa sua qualità: basta citare gli esempi di Mattia Perin, Armando Izzo e Leonardo Pavoletti, piacevoli realtà della nostra Serie A.
Nel 2015 l’Atalanta è entrata nella Top 20 d’Europa quanto ad introiti derivanti dalla cessione di giocatori cresciuti tra le mura di casa: è il risultato di uno studio del CIES che ha analizzato il rapporto fra le operazioni di mercato del triennio 2012-2015 ed il numero di giocatori calcisticamente allevati dai club dei cinque principali campionati continentali e poi al centro di acquisti e cessioni. L’organizzazione e la serietà del modello Atalanta ne fanno, dunque, un punto di riferimento di tutto il calcio italiano. Ma conosciamo meglio i giovani talenti esplosi sotto la guida di Gasperini.
Mattia Caldara, classe 1994, è un difensore centrale, arcigno ma allo stesso tempo elegante. E’ un difensore che segna quanto un attaccante: basti pensare che ha realizzato già 3 gol in sette presenze di Campionato. Bergamasco, cresciuto nella squadra della sua città, ha appena rinnovato fino al 2021, definendo il nuovo contratto come "un sogno che si realizza". Ha esordito in Serie A nella stagione 2013-14, all’ultima giornata. Poi due anni positivi in B, con le maglie di Trapani e Cesena, lo scorso anno. Gasperini quest’anno ha avuto il merito di lanciarlo in prima squadra ed il ragazzo sta ripagando in pieno la fiducia del mister. Da piccolo, oltre che Atalanta, tifava Inter, ma il suo idolo era, come da lui stesso ammesso, “Alessandro Nesta (non è un caso che come lui indossi la maglia n.13, ndr): un difensore pulito e che anche fuori dal campo era un modello da seguire perchè non faceva mai parlare di sé, mi sono sempre ispirato a lui”. Il debutto quest’anno è arrivato contro il Napoli del temutissimo Milik, che all’epoca veniva da una serie di doppiette, ma l’esame di polacco lo ha superato bene, da lì si sono susseguite grandi prestazioni, i gol e la chiamata di Giampiero Ventura per lo stage dei giovani.
Roberto Gagliardini, classe 1997, nativo di Bergamo, è un centrocampista di qualità e quantità, bravo a destreggiarsi sia come mezzala che nei due centrali. Approdato nel vivaio dell’Atalanta quando aveva sette anni, ha fatto tutta la trafila delle giovanili anche come attaccante. Dopo alcune esperienze in prestito in Serie B, con le maglie di Cesena, Spezia e Vicenza, l’Atalanta lo ha riportato a casa nel gennaio del 2016. Il debutto in A è arrivato l’ultima giornata della scorsa stagione. Gasperini quest’anno lo ha lanciato dal primo minuto contro il Napoli, dove ha limitato Marek Hamsik, da allora è un punto di forza della squadra. Anche lui ha rinnovato il contratto che lo lega alla Dea fino al 2021. E’ diventato il nuovo faro della linea mediana dell'Atalanta ed il suo momento magico è stato già coronato dalla convocazione in Nazionale, per rimpiazzare Claudio Marchisio nella partita contro il Liechtenstein.
Andrea Conti, classe 1994, è un terzino destro, cresciuto nel settore giovanile atalantino. Dopo le esperienze maturate a Perugia in Lega Pro e a Lanciano in Serie B, è stato aggregato alla prima squadra la scorsa stagione. Lanciato da Edoardo Reja, Gasperini quest’anno ha avuto il merito di perfezionarne la crescita e il ragazzo (che era già nel giro dell’Under 21) lo ha ripagato con prestazioni e gol, come ha fatto contro il Sassuolo. Il suo agente, MarioGiuffredi, ha annunciato l’addio del terzino all’Atalanta, resta da capire se già a gennaio (rimanendo eventualmente in prestito alla Dea fino a fine stagione) oppure in estate. Sul giocatore ci sono Inter, Juventus, Napoli ma anche club stranieri, per cui la concorrenza per il Milan è molto alta, cosi come la sua valutazione, vicina agli 8/10 milioni di euro.
Discorso a parte merita Andrea Petagna (classe 1995), che non è di provenienza atalantina, ma che a Bergamo ha trovato la sua dimensione, cosa che proprio al Milan, alla Sampdoria, al Latina ed al Vicenza non era riuscito a fare. Anche qui il merito di Gasperini è evidente. L’attaccante gioca costantemente spalle alla porta in aiuto dei compagni: se avesse un pò più di confidenza con il tiro sarebbe da top club, ma ha tempo per affinare questa qualità. Non sappiamo se gli apprezzamenti di Silvio Berlusconi per l’operato di questi giovani sottintenda un interesse concreto di mercato da parte del Milan, ma sicuramente questi ragazzi vanno tenuti in grande considerazione, anche in ottica campagna acquisti. Per un Milan sempre più giovane ed italiano.
Massimo Iurino
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