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Piano piano, con pazienza e saggezza, il Milan guadagna posizioni in classifica e consolida qualche certezza: questa sta diventando, a piccoli passi, una squadra. Non sarà formidabile e avrà qualche problema in ogni reparto, dovrà migliorare per salire sul palcoscenico, ma ha le idee molto chiare. Idee nuove. E nel campionato di oggi, che si sta dimostrando senza spunti interessanti, queste trovate sono un valore aggiunto.
La prima cosa che si nota è l'impostazione dell'azione, che parte sempre da dietro, schierandosi con una difesa a tre. Alessio Romagnoli al centro, Gabriel Paletta a destra e dal lato opposto Mattia De Sciglio. Resta da collocare il terzino destro, Ignazio Abate. Il suo ruolo è semplice, ma efficace: Vincenzo Montella gli ha ordinato di stare alto, molto alto. Il numero 20 rossonero si allinea con gli altri tre centrocampisti. Così un uomo di copertura clivense è costretto a marcarlo. Proprio dal suo lato, infatti, il Milan costruisce le azioni più pericolose. Perché lì i rossoneri, scrive La Gazzetta dello Sport, sfruttano una parziale superiorità numerica. L'azione più classica prevede il lancio immediato di Abate per Suso, che è bravo nell'agganciare il pallone e accentrarsi per scaricare o appoggiare.
Il secondo dettaglio è il modo in cui arrivano i gol del Milan: si parte sempre dal pressing molto alto. In occasione del gol di Juraj Kucka è stato Gianluca Lapadula a disturbare il portatore di palla gialloblu, aiutando così Kucka a sradicare la palla e scaricare il bolide in rete. Quando segna M'Baye Niang è Giacomo Bonaventura a recuperare palla, poi il francese imita il compagno e con un gran tiro da fuori fa 2-0. Questa era una caratteristica peculiare anche della Fiorentina, con Montella allenatore: il pressing alto. I viola, quando perdevano il pallone, invece di fare un passo indietro lo facevano in avanti. L'obiettivo di Montella sembra essere proprio questo, ovvero alzare il baricentro, essere più grintosi e innescare così subito gli esterni.
La terza osservazione è su Bonaventura e il suo ruolo. Parte da mezzala pura, si allarga per chiudere le offensive del terzino clivense e in fase di possesso va a posizionarsi tra le linee. Praticamente fa la mezzapunta, con Manuel Locatelli e Kucka a proteggerlo. Bonaventura si dimostra sempre più un tutto fare: recupera palla (7 volte), dribbla (5), porta a casa falli (5) e crea occasioni (4). Ma soprattutto è preciso negli appoggi: su 52 passaggi ne ha sbagliato solo uno. Bonventura, in quella posizione, è fondamentale sia in fase offensiva che in fase difensiva. Un gioiellino da proteggere.
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