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IL PARADOSSO – Milan, squadra e tecnico hanno obiettivi diversi

Daniele Triolo

Mihajlovic, estremamente realista, parla di Europa League; Montolivo e Abate parlano di rimonta Champions: la contrapposizione tra tecnico e squadra

A meno di due giorni dalla schiacciante vittoria per 3-0 nel derby contro l'Inter, il Milan si rituffa sul campionato. Domani sera, mercoledì 3 febbraio, alle ore 20.45, contro la compagine rosanero, allenata da Guillermo Barros Schelotto e Giovanni Tedesco, in un buon momento di forma. Il Milan cercherà di conquistare un'altra vittoria, sfruttando l'effetto derby, nel tentativo di accorciare il più possibile le distanze dalle prime della classifica. L'obiettivo, infatti, per la squadra rossonera è quello di centrare una qualificazione alle prossime coppe europee, visto che il Milan manca dalle competizioni internazionali da due stagioni.

Già, ma quale Europa sarà, eventualmente, per il Milan? Quest'oggi, , accanto al tecnico Mihajlovic sono intervenuti il capitano Riccardo Montolivo ed Ignazio Abate. Dall'analisi delle loro dichiarazioni è emerso, lampante, un bel paradosso: Mihajlovic, estremamente realista, ha parlato apertamente di Europa League, fissando nel quinto posto l'obiettivo stagionale, alla luce dell'attuale classifica; tra i giocatori, invece, si respira un'aria tendenzialmente più positiva, e sembra esser maturata una piena consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie capacità. Sia Montolivo sia Abate non hanno mai pronunciato la parola 'Champions', ma dalle loro parole si è evinto come i calciatori abbiano voglia di infilare un bel filotto per tentare di centrare il bersaglio grosso.

“Serve più equilibrio – ha spiegato Mihajlovic, parlando dei giudizi sul suo Milan -. Noi per adesso siamo da Europa League, lo dice anche la classifica. Noi lavoriamo per migliorare, ma ci vuole tempo. Non si cambia tutto in una partita e questo deve valere anche se domani non dovessero andare bene le cose”. Un Mihajlovic con i piedi ben saldi a terra, conscio di come il suo futuro milanista dipenda dai risultati, che non intende effettuare alcun volo pindarico, ma che, sotto sotto, non vede l'ora di poter smentire anche i più scettici, tra i quali anche Barbara Berlusconi, la quale, nei giorni scorsi, ha parlato di un Milan da Europa League. Anche perché l'allenatore sa che, in caso di mancata qualificazione in Champions, pagherebbe inevitabilmente con l'esonero.

“Inter, Roma e Fiorentina? Il problema siamo noi, non gli avversari – -. Adesso stiamo trovando continuità, ma per recuperare il tempo perso servirebbe una continuità straordinaria: non dico di vincerle tutte come la Juve, ma qualcosa di simile. Poi la Fiorentina è terza, adesso dobbiamo guardare a lei”. Da quest'ultima frase, è emersa, chiara e lampante, la voglia di Champions che pervade i pensieri del capitnao rossonero. “Adesso il primo obiettivo è superare la Roma – ha incalzato Abate -, dobbiamo fare una serie di risultati utili consecutivi, ma adesso dobbiamo pensare solo alla partita di domani, sarà la prima gara di un tris per noi fondamentale”. Contro Palermo, Udinese e Genoa (le ultime due gare a 'San Siro'), il Milan potrebbe trovare quella spinta decisiva per un bel balzo avanti in classifica. E Montolivo ha sottolineato, in riferimento alla super rimonta Champions che fece, nella stagione 2012-2013, il Milan di Massimiliano Allegri, come l'analogia tra quella squadra e quella di questa stagione sta nella ritrovata compattezza del gruppo. “Questa è una cosa molto importante. Come allora siamo tutti con il nostro allenatore e con grande voglia di rivalsa. Le rimonte si fanno una partita alla volta, adesso vogliamo superare la Roma che ha solo due punti più di noi”. Montolivo e Abate, con tutta probabilità, sanno che per continuare il proprio cammino, anche nella prossima stagione, con Sinisa Mihajlovic, va assolutamente centrata la Champions.

L'allenatore vola basso, e la squadra è con lui. Insieme si può volare. Se sarà Europa League, o Champions, poi, lo si vedrà strada facendo. Con il destino di Mihajlovic che può essere appeso ad un sottile filo rosso, magari quello che divide l'importantissimo terzo posto dal quarto.