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Inzaghi, un predestinato con il Milan nel cuore: Pippo compie 43 anni

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Compie oggi 43 anni Filippo Inzaghi: un fenomeno che dall'arrivo al Milan ha iniziato a segnare senza soste. E un anno in panchina non cancella il resto...

Luca Fazzini

L'arrivo

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La storia di Superpippo al Milan inizia da lontano, dall'estate del 2001, quando Ariedo Braida e Adriano Galliani intavolano una lunghissima trattativa con la Juventus. Dopo settimane di incontri e voci, il nativo di Piacenza sbarca sul pianeta Milan per 45 miliardi di lire più il cartellino di Cristian Zenoni. Anni dopo Inzaghi dirà: “Al Milan arrivai perché Galliani e Berlusconi mi corteggiarono in maniera pressante. Un giorno mi chiamo Umberto Agnelli per dirmi che non aveva mai conosciuto un giocatore che voleva andare via dalla Juve. Avevo 28 anni, la voglia di mettermi in discussione non mi mancava e poi c’era San Siro, uno stadio veramente speciale. Mi sentii di farlo: e mai scelta fu più azzeccata”. Tanti i tifosi esaltati dall'acquisto, ma non tutti: alcuni, infatti, imbrattano alcuni muri vicino alla sede del club e vicino a quella di Fininvest. La scelta è contestata e anche il tecnico Terim non sembra subito dell'idea di lanciarlo titolare. Ben presto, però, si forma una coppia devastante, quella con Shevchenko. Una coppia che non si fermerà mai...

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Le vittorie

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Al suo arrivo a Milanello, il feeling con i colori rossoneri è immediato: Pippo è disponibile con i tifosi, serio in campo e micidiale sotto porta. Alla seconda giornata di campionato è già in gol, ma la stagione si rivela difficile a causa di un infortunio. L'annata dopo, invece, la bacheca della sede allora in Via Turati inizia a riempirsi: il Milan vince la Coppa Italia contro la Roma (Inzaghi in gol nella finale di ritorno) e soprattutto la Champions League a Manchester battendo proprio la sua ex Juventus ai rigori. Di quell'annata, resta nella storia anche il gol al 93' del numero 9 milanista contro l'Ajax di Zlatan Ibrahimovic, che in pieno recupero regala la qualificazione a San Siro.

Le stagioni successive sono purtroppo piene di vari infortuni, ma nel 2005-2006 Inzaghi torna a segnare e si guadagna la convocazione per i Mondiali di Germania dell'estate 2006, vinti anche grazie al suo gol nella sfida contro la Repubblica Ceca. L'annata successiva, è quella in cui il Milan fa scorta di titoli internazionali: i rossoneri partono da lontano, dal 9 agosto (che coincidenza...), con i preliminari contro la Stella Rossa. Pippo fa doppietta nel giorno del compleanno, il Milan accede ai gironi e continua la cavalcata trionfale fino ad Atene, dove una nuova doppietta del bomber italiano permette di sollevare al cielo la seconda Coppa dei Campioni dell'era Ancelotti, la settima della storia. Pochi mesi dopo Inzaghi mette il timbro anche sulla Supercoppa Europea e sul Mondiale per Club e qualche anno dopo sottolinea: "Eravamo un gruppo di assatanati. Vincevamo la Champions? Subito ci dicevamo che dovevamo vincere la Supercoppa. Vincevamo la Supercoppa? Subito il pensiero andava all’Intercontinentale". Dna Milan e amore per la maglia, appunto.

Gli anni successivi sono purtroppo ancora caratterizzati dall'infortunio, ma Inzaghi c'è comunque nello Scudetto 2011, dove torna in campo nella sfida contro il Cagliari a titolo già vinto, meritandosi la standing-ovation di un San Siro in delirio. Superpippo chiude la sua carriera al Milan con 300 presenze e 126 gol, in tutti i modi: destro, sinistro, testa, rigore, zampata, fuorigioco, pure di petto - nel primo gol della finale di Atene -. Tutti accompagnati da quell'immancabile corsa a braccio alzato verso il cielo sotto la Sud. A ciò si aggiungono 2 scudetti, 2 Supercoppe Italiane, una Coppa Italia, due Supercoppe Europee, un Mondiale per Club e due Champions League. Tutti, ovviamente, da protagonista.

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Arrivederci con gol

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Il 13 maggio 2013, in casa Milan, è una data significativa, una data che molti ricorderanno, una data che ha probabilmente sancito la divisione tra due ere in casa Milan. A San Siro, infatti, va in scena l'ultima di campionato: la Juventus è già campione d'Italia e il Milan ospita il Novara. Nel giorno dell'addio, Inzaghi saluta come sa fare al meglio: gol ai piemontesi, decisivo per il 2-1 finale. San Siro esplode, piange: in un solo colpo se ne vanno Pippo, Gattuso, Zambrotta e Nesta. Da quel giorno lo spogliatoio di Milanello risente della mancanza di bandiere così ed è in attesa di ritrovarle presto.

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Un'annata storta

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Milan-Inzaghi, un binomio perfetto. Non c'è Pippo senza Milan e non c'è Milan senza Pippo. L'attaccante piacentino non riesce a stare senza calcio e - soprattutto - senza i suoi amati colori rossoneri. L'annata successiva si mette subito in campo, alla guida degli Allievi Nazionali e l'anno dopo viene promosso in Primavera. Il neo-tecnico convince, gioca un bel calcio e vince il Torneo di Viareggio, la celebre Coppa carnevale. Berlusconi, una volta esonerato Seedorf, non ci pensa due volte: punta tutto su Inzaghi, che pecca però di inesperienza e fretta della società. In 38 gare, arrivano 13 vittorie, 12 pareggi e altrettante sconfitte. Il Milan chiude decimo e, per il secondo anno consecutivo, dice addio all'Europa. Al termine della stagione, Berlusconi cambia ancora: fuori Inzaghi dentro Mihajlovic, ma il destino lo conosciamo...

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Il ritorno

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Dopo un anno di riflessione, pausa, relax e ritrovamento delle energie, perse in un anno stressante a Milanello sotto una pressione devastante, Inzaghi è tornato in scena quest'estate: in maniera umile l'ex bomber riparte dalla Lega Pro e lo fa in una piazza importante, Venezia. Il ds Perinetti gli regala questa chance, lui la coglie al volo ed è pronto per riprendere, tra pochi giorni, la sua vita quotidiana. Quella a contatto con il pallone. Auguri Pippo, il ricordo di quel braccio puntato verso la Curva Sud resterà indelebile nel cuore di tutti.

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