La Gazzetta dello Sport ha sottoposto a molti ex rossoneri l'idea lanciata da Berlusconi di un Milan giovane, italiano e fatto in casa. Interpellato dalla rosea, Giovanni Galli ha parlato così: Allora c'era il limite degli stranieri ma il concetto non cambia. Oggi l'idea è condivisibile anche se non immediata, va ricercato lo spirito di appartenenza, che si è perso. Ma in cinque anni puoi proporre un gruppo vincente. E mi permetto anche una tirata d'orecchie al presidente: con l'obbligo di tornare in Champions ha perso due anni, sono stati commessi errori e spesi soldi senza che prima si creasse una base solida. Ora serve coraggio, come con Donnarumma: l'idea del Milan italiano non solo mi piace, mi entusiasma".
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Ital-Milan? I pareri (discordanti) di Galli, Massaro e Zambrotta
D'accordo anche Daniele Massaro: "Quando Berlusconi ha in mente qualcosa è sempre la soluzione vincente e per questo mi fido. Mi piacerebbe anche uno staff tecnico tutto italiano, magari con uno dei tanti ex giocatori che nel Milan hanno vinto e che oggi allenano".
Infine Gianluca Zambrotta, poi concreto e scettico: "in un periodo così, dove è difficile per il calcio italiano andare a spendere per i top player, è una strada positiva. La cosa più importante è la programmazione e definire gli obiettivi in modo chiaro. Tornare in finale di Champions con il vivaio è una strada affascinante ma difficile e lunga. Bisognerà investire nello scouting, facendo capire alla gente che bisognerà sposare un progetto a lungo termine".
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