Donnarumma; De Sciglio, Alex, Romagnoli, Antonelli; Honda, Montolivo, Bertolacci, Bonaventura; Bacca, Niang. Nella formazione iniziale che domenica ha battuto il Genoa erano presenti 7 italiani su 11, (diventati 8 con l’ingresso in campo di Mario Balotelli nel finale), un fatto raro in casa rossonera e nella Serie A del dopo-Bosman.
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ITAL-MILAN, scelta in controtendenza. Chapeau
L’Ital-Milan delle ultime giornate ha dato buoni frutti: 14 punti nel girone di ritorno (su 18 a disposizione), 12 gol segnati e 4 subiti, più un piede e mezzo in finale di Coppa Italia che garantirebbe l’accesso automatico all’Europa League. Questa controtendenza la si può notare facendo un confronto con le dirette rivali per la zona Europa che hanno giocato nel fine settimana: venerdì sera la Roma ha schierato soltanto 2 italiani (Florenzi ed El Shaarawy), sabato il Napoli ha schierato titolare il solo Insigne (sostituito da Mertens, mentre Gabbiadini è entrato nel finale), infine domenica sera Fiorentina e Inter avevano in campo 3 italiani su 22 (Astori e Bernardeschi tra i viola, Eder nell’Inter, poi sostituito da Perisic, più D’Ambrosio entrato al posto di Palacio).
La scelta di Mihajlovic di mandare in campo più italiani di Roma, Napoli, Fiorentina e Inter messe insieme farà sicuramente contenti Conte e Oriali, che in più occasioni hanno lamentato la presenza di troppi calciatori stranieri, soprattutto in vista del Campionato europeo di giugno, e per le amichevoli di marzo contro Spagna e Germania molti rossoneri hanno buone chances di ottenere una convocazione. Tuttavia bisogna aggiungere che la maggior parte dei marcatori milanisti sono stranieri: infatti nel 2016 l’unico gol realizzato da un italiano è stato quello di Bonaventura contro l’Empoli, al 48° minuto. Oltre al capocannoniere Bacca sono andati a segno Niang (3 reti), Alex, Kucka, Honda, e anche grazie a questo mix la squadra è riuscita a riprendersi in campionato (nonostante il mezzo passo falso contro l’Udinese e i minuti finali della gara di domenica): sicuramente una scelta controcorrente tra le big di A – e anche tra le provinciali (con l’eccezione di Carpi e Sassuolo) – che costituisce un’ulteriore motivo per puntare su mister Sinisa anche la prossima stagione.
Stefano Sette
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