archivio2016

Italia, il piano di Ventura: “Lavorerò sui giovani, senza bruciarli”

Edoardo Lavezzari

Giampiero Ventura, CT dell'Italia, oggi in conferenza stampa ha spiegato quali sono i suoi piani, nell'immediato e verso i Mondiali, per la Nazionale

Si è presentato con le idee chiare, a pochi giorni dalla sua prima da allenatore dell'Italia, Giampiero Ventura: "ripartiremo da dove ha finito Conte, d'altronde con tre giorni a disposizione non c'è la possibilità di cambiare qualcosa. Ho convocato quasi tutto il gruppo che aveva fatto bene all'Europeo e aveva riportato entusiasmo. Certo, Zaza non gioca da tre mesi, così come Sirigu, ecco perché non sono qui".

Il CT, però, non guarda solo al presente, ma anche al futuro di questa Nazionale: "Amichevoli come quelle contro Spagna e Germania non sono ideali per dei giovani. Vorrei fare delle convocazioni per dei raduni, se la Federazione mi dà l'ok anche una prima della fine dell'anno. E così a giugno faranno amichevoli per costruire lo zoccolo duro della Nazionale che verrà. All'Europeo si è detto che c'era poca qualità in Nazionale, però ci sono calciatori veri e uomini veri, ma gli anni passano e ci sarà il passaggio. In Italia ci sono tanti giocatori di prospettiva, però non sono pronti a sopportare il peso della maglia della Nazionale, non hanno la personalità per non provare ansia. Proprio grazie ai raduni vorrei che i giovani venissero qui per sentirsi a casa, senza bruciarli. Le società che ho incontrato erano entusiaste".

Ancora sui giovani: "Devono entrare dalla porta principale, non da quella di servizio. Uno dei mio obiettivi, infatti, sarebbe di avere, dopo il Mondiale di Russia, una Nazionale di venticinquenni che possa arrivare a qualcosa d'importante. Belotti? La scorsa stagione ha fatto un grande girone di ritorno e ora è partito benissimo, il futuro dipende solo da lui. Tra lui, Rugani, Romagnoli, Donnarumma e Bernardeschi abbiamo tanti giocatori di ottima prospettiva. Ma fra il futuro e la realtà c'è di mezzo il campo".

Il centrocampo: "Verratti è stata una piacevole sorpresa perché parla di calcio, spesso i calciatori non lo fanno. Comunque ora abbiamo carenza di centrocampisti, senza contare gli infortunati Marchisio e Giaccherini. Ora dobbiamo adattarne alcuni, come fa il Milan con Bonaventura. Poi restano valide le parole d'ordine di Conte: organizzazione, compattezza del gruppo e disponibilità dei giocatori a essere squadra. Così possiamo ritagliarci uno spazio da protagonisti. De Rossi? Ci parlerò. Con me ci sarà un codice, d'altronde anche Conte lo aveva messo. Se in una squadra non ci sono regole e non le si rispetta, evidentemente non ci si tiene"

TI POSSONO INTERESSARE ANCHE:

SEGUICI: