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KALINIC, rimpianto MILAN: quel ‘no’ che pesa …

Daniele Triolo

Nikola Kalinic, top scorer della Fiorentina e tra le rivelazioni del campionato, avrebbe potuto indossare la maglia del Milan: ora la Serie A lo acclama

In estate, il Milan cercava un nuovo centravanti. L'idea era quella di acquisire sul mercato, grazie alla rinnovata voglia di investire palesata dalla famiglia Berlusconi, un nome di grido, un bomber di quelli in grado di cambiare il volto di una stagione. La prima scelta era stata, come ormai tutti sanno, il colombiano Jackson Martinez, il quale, però, dopo aver detto 'sì' ai rossoneri, ha preferito i soldi ed il prestigio della Champions League che gli avrebbe garantito l'Atlético Madrid. E poco importa se, nel frattempo, l'ex cannoniere del Porto, in Spagna, .

Adriano Galliani, allora, era stato lesto a 'ripiegare', si fa per dire, sul coetaneo e connazionale Carlos Bacca, arrivato al Milan per 30 milioni di euro e che, finora, va detto, non ha propriamente deluso le attese, avendo messo a segno 8 reti in Serie A e 2 in Coppa Italia. Quello che, però, non tutti sanno è che, in quel particolare periodo di mercato, a cavallo tra la fine di giugno ed il mese di luglio, , 27enne centravanti croato all'epoca in forza al Dnipro, che cercavano di piazzare il loro assistito in Italia. Kalinic, che fu offerto anche all'Inter, era reduce da 4 stagioni in Ucraina condite da 125 presenze e 49 reti che avevano riscattato la deludente esperienza in Inghilterra con il Blackburn Rovers, fu però rifiutato, cortesemente, dalle milanesi, Milan in testa.

“No, grazie, poco appeal mediatico”, la gentile risposta di Galliani, che si era visto offrire Kalinic per 7 milioni: un prezzo ottimo, per un centravanti che, in fin dei conti, era reduce da una finale di Europa League nella quale, per altro, aveva anche lasciato il segno. : a Firenze, infatti, avevano appena ingaggiato come allenatore Paulo Sousa, il quale, da gran conoscitore del calcio europeo, aveva chiesto ai propri dirigenti di effettuare un tentativo per quell'attaccante di 187 centimetri per 84 chilogrammi, potente ma agile, implacabile ma poco conosciuto, che tanto bene aveva fatto sulla ribalta europea. La Fiorentina, addirittura, è riuscita ad ottenere il cartellino di Kalinic per 5,5 milioni, a prezzo ribassato rispetto quello originario, per via della crisi finanziaria attraversata dal Dnipro. La stessa crisi che ha costretto il club ucraino a spedire la stella Evgen Konoplyanka al Siviglia a parametro zero, senza possibilità alcuna di trattare il rinnovo contrattuale.

Kalinic è arrivato a Firenze in sordina, tra l'altro accolto con enorme scetticismo dai tifosi fiorentini, che, per la stagione del dopo Vincenzo Montella, si sarebbero aspettati, forse, qualcosa in più. Almeno mediaticamente parlando. Bene per i viola, però, che i dirigenti del club dei Della Valle non abbia fatto lo stesso ragionamento condotto da Milan e Inter: Kalinic, infatti, dopo un'iniziale periodo di adattamento al calcio italiano (dove, comunque, aveva già dimostrato di non essere poi così male, basti ricordare come, all'andata contro il Milan, fece impazzire Rodrigo Ely ed Alessio Romagnoli attaccando costantemente la profondità), ha cominciato a segnare con impressionante rapidità, conquistando altrettanto celermente il cuore dei sostenitori della Curva Fiesole. Battuta con facilità la concorrenza, nel ruolo di prima punta della Fiorentina, dei vari Khouma Babacar, Giuseppe Rossi ed Ante Rebic, Kalinic è divenuto in breve tempo titolare fisso e punto di riferimento della squadra di Paulo Sousa, e, in 17 gare di Serie A, ha messo a segno ben 10 reti, in tutti i modi: di testa, di destro, di sinistro, in tap-in, in contropiede, in progressione, da dentro l'area. Un centravanti completo che, al contempo, sa fare reparto da solo, ideale terminale offensivo per le fantasiose giocate di Josip Ilicic, Mati Fernandez e Federico Bernardeschi.

L'Italia, ora, è pazza di Nikola Kalinic, il centravanti rifiutato da tutti e che, al contrario, sta facendo ricredere anche i più scettici, oltre che contribuire, in maniera consistente, alle recenti fortune della Fiorentina. La quale, stasera, sogna lo sgambetto al Diavolo proprio in virtù della voglia di rivalsa del suo silenzioso, ma letale, numero 9 croato.